VOCE
Adria
22.02.2022 - 09:56
La doccia gelata è arrivata, anche se attesa è sempre più gelata del previsto: tempi lunghi, anzi lunghissimi prima di sentire di nuovo rombare i motori all’autodromo Adria international raceway.
Non prima di tre anni dovendo attendere una sentenza del tribunale di Milano che riconosca l’accordo di preliminare di acquisto sottoscritto da Bioitalia e Darma spa con versamento già effettuato di un milione e mezzo andato nelle casse della seconda. Oppure potrebbe intervenire un provvedimento della Banca d’Italia che potrebbe riscontrare eventuali conflitti di interessi e abusi d’ufficio fra alcuni soggetti coinvolti dell’operazione, quindi riconoscere la validità di quel preliminare e renderlo attuativo conferendola titolarità dell’impianto a Bioitalia. Tuttavia tale provvedimento difficilmente arriverà prima di due anni.
E’ quanto annunciato ieri pomeriggio in conferenza stampa dall’avvocato Giuseppe Cavallaro legale di Bioitalia e F&M, avendo al suo fianco Luigi Scaglia presidente di F&M e Mario Altoè amministratore di Bioitalia, nonché direttore sportivo dell’impianto fino a quando era in attività. Presenti in sala anche Giuliano Altoè e la moglie Flavia.
L’avvocato ha illustrato la complicatissima vicenda legale e giudiziaria, che si trascina da anni, sostenendo un punto fermo: “Solo Bioitalia è in grado di gestire l’impianto motoristico”. Però, al netto di eventuali colpi di scena, possibili ma al momento non prevedili, l’autodromo resterà chiuso a lungo. E abbandonato a se stesso. Possibile vittima anche di maleintenzionati.
Tra quanto detto e non detto dall’avvocato, sull’impianto motoristico sembra sia in corso una partita ben più grande, a livelli più alti, considerate le cifre milionarie che sono in ballo. Infatti a un certo punto ha affermato: “Qualcuno vuole la distruzione dell’autodromo”. Ma alla richiesta di ulteriori spiegazioni ha abilmente sorvolato. Sicuramente la struttura di località Smergoncino è un’eccellenza del motorsport a livello internazionale, impianto che ha saputo crearsi stima e apprezzamento da parte delle case automobilistiche di ogni parte del mondo, così pure dalle federazioni e organizzazioni di gare ed eventi sportivi. Pertanto è più che comprensibile che sia un boccone quanto mai appetitoso per qualche imprenditore o cordata di imprenditori desiderosi di strapparlo dalle mani della famiglia Altoè. Probabilmente a questo si riferiva Giuliano Altoè quando, ieri pomeriggio, ha affermato che qualche tempo fa “si è saputo della riunione di un gruppo di imprenditori desiderosi di mettere le mani sull’autodromo”. Ma non è andato oltre.
Intanto la tempesta si abbatte sull’economia locale: un’autentica mazzata per il mondo imprenditoriale e commerciale adriese e del Delta. E questa sera, alle 20,30, nella sala conferenze dell’hotel Stella d’Italia è in programma l’assemblea pubblica organizzata da tutte le forze politiche adriesi, maggioranza e minoranza, dentro e fuori del consiglio comunale, per fare il punto della situazione, soprattutto per valutare l’impatto negativo che sta avendo sull’economia locale a seguito del crollo dell’indotto alimentato dall’autodromo.
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