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la crisi russia ucraina

La guerra sgretola l’export polesano

Presto gli effetti delle sanzioni economiche. Da Kiev in crisi l’import di fertilizzanti

La guerra sgretola l’export polesano

Presto gli effetti delle sanzioni economiche. Da Kiev in crisi l’import di fertilizzanti

Missili che fanno esplodere i palazzi di Kiev, scontri a colpi di raffiche di mitra, bombardamenti e disinformazione. L’invasione russa dell’Ucraina riporta l’Europa indietro di un secolo, come se decenni di progresso non fossero serviti a nulla. E oltre alla catastrofe umanitaria ora per l’Europa e l’Italia si preannuncia anche un crisi economica. Sia dal punto di vista del rialzo dei prezzi dell’energia, cosa già in atto da mesi, sia del rialzo dei costi delle materie prime, che del blocco di importazioni ed esportazioni verso Russia e Ucraina. Il volume dell’export verso la Russia si aggira sui 20 milioni di euro all’anno, quello verso l’Ucraina poco meno di 4 milioni. E sarà questo il primo colpo alle imprese polesane causato da sanzioni verso Mosca e difficoltà e distruzione in ucraina.

Per quel che riguarda l’export del Polesine verso l’Ucraina, che probabilmente risulterà stoppato per mesi, nel periodo gennaio-settembre 2021 ammontava a circa 2,5 milioni di euro, derivanti soprattutto da prodotti chimici, macchinari e abbigliamento. Molto più consistente il volume delle importazioni, dello stesso periodo di 9 mesi, che è stato di oltre 6 milioni di euro. La parte del leone è rappresentata da fertilizzanti e prodotti chimici di base (4,8 milioni di euro), a seguire prodotti alimentari (oltre 800mila euro), cuoio e legno grezzo (entrambi oltre i 100mila euro). A risultare penalizzato, quindi, sarà il settore dell’agricoltura per il deficit di fertilizzanti, e in questo senso l’allarme è già stato lanciato dalle associazioni del mondo agricolo.

Di tutt’altro tenore i numeri degli scambi commerciali fra Polesine e Russia, che sono quelli che probabilmente verranno colpiti, in maniera più o meno rilevante, dalle sanzioni economiche. Nei primi 9 mesi del 2021 le esportazioni dalla provincia di Rovigo verso Mosca hanno superato i 18 milioni di euro (nell’arco di un anno quindi si superano i 20 milioni), di cui 5,7 di prodotti chimici, 3,9 di macchinari, 1,5 in prodotti alimentari, 1,2 milioni in cisterne e serbatoi, e poi tubature, prodotti agricoli, pesce, abbigliamento.

Andando in senso contrario le importazioni in Polesine dalla Russia, hanno toccato i 4,3 milioni di euro, con 2,7 milioni di prodotti chimici, 800 mila euro di legno, poco meno di 500mila euro di carta.

L’analisi della Camera di commercio di Venezia Rovigo spiega che “Il comparto locale con maggior propensione all’export verso la Russia è quello della metalmeccanica. In aumento rispetto anche ai dati precrisi il settore della chimica. A livello regionale il Veneto ha esportato in Russia 977,5 miliardi di merci nei primi nove mesi del 2021 di cui 505,1 milioni consistono in prodotti tecnologici come i macchinari, gli apparecchi elettrici, macchine ad impiego speciale e componentistica in metallo. Se le sanzioni cadessero su questa tipologia di prodotti sarebbe a rischio metà dell’export regionale in Russia.

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Commenti all'articolo

  • diduve

    27 Febbraio 2022 - 08:46

    Ed e' solo l'inizio... Presto manchera' il pane

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