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PORTO TOLLE

Diritti di pesca: “E’ una dichiarazione di guerra”

Gli avvocati: “La delibera di proroga è assolutamente valida ed efficace”

Diritti di pesca: “E’ una dichiarazione di guerra”

Gli avvocati: “Diritti esclusivi, la delibera di proroga è assolutamente valida ed efficace”

“La lettera trasmessa dal dirigente della Provincia appare come una vera e propria dichiarazione di guerra, incurante degli effetti del suo operato sul piano sociale ed economico”. Così, attraverso una nota, i legali del Consorzio Cooperative Pescatori, ovvero gli avvocati Francesco Carricato, Giampietro Berti e Tania Bertaggia.

Negli articoli di stampa di questi giorni si apprende di una lettera inviata dalla dottoressa Maria Votta Gravina, dirigente generale della provincia di Rovigo, al Presidente della Provincia, a tutti i consiglieri provinciali, alla Prefettura, alla Procura di Rovigo, alla Corte dei Conti, con la quale sostiene l’illegittimità della delibera provinciale di proroga dei diritti esclusivi di pesca attribuiti al Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine adottata in data 18 ottobre 2019 e della necessità di avviare la procedura per il bando”.

“In realtà, in questo contesto di illegittimo vi è solo il contegno della dirigente, che si ostina a non dare esecuzione ad una delibera validamente adottata dall’organo amministrativo della Provincia, arrogandosi poteri che non le appartengono”.

Proprio l’altro giorno si è tenuto avanti il Prefetto di Rovigo un tavolo tra le parti, la cui convocazione è stata richiesta dal Comune di Porto Tolle, data la forte tensione che si sta creando tra tutti i pescatori in attesa di assegnazione di un permesso di pesca e dunque di un reddito per sostenere le proprie famiglie - continua la nota - La volontà espressa è stata quella di rivedere le reciproche posizioni al fine di ricercare una diversa soluzione, che possa garantire il rilascio dei permessi di pesca nell’immediato”.

“La lettera trasmessa dal dirigente della Provincia, che si differenzia nettamente dalla volontà manifestata dal Presidente della Provincia, volta a favorire la tutela della peculiarità territoriale e del lavoro, appare come una vera e propria dichiarazione di ‘guerra’, incurante degli effetti del suo operato sul piano sociale ed economico - spiegano gli avvocati del Consorzio Cooperative pescatori - Le argomentazioni della dirigente sono frutto di una sua personale interpretazione di un pretesa illegittimità della delibera di proroga dei diritti esclusiva adottata dal Consiglio provinciale nell’ottobre 2019, nonché del contenuto delle sentenze emesse dal Tar del Veneto nel contenzioso tra Consorzio e Provincia, nonché delle pronunce numero 17 e 18 del 2021 pronunciate dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato”.

La dirigente non può certamente decidere se un provvedimento sia illegittimo o meno, ma deve applicarlo così come deve applicare le norme - si afferma - Quel che è certo, contrariamente a quanto la stessa sostiene, è che la delibera di proroga della Convenzione avente ad oggetto i diritti esclusivi di pesca adottata dal Consiglio Provinciale non è mai stata impugnata ed è assolutamente valida ed efficace. Nessun giudice ne ha accertato l’illegittimità. Tutt’altro! Il Tar del Veneto con sentenza numero 739/2021 ha espressamente stabilito che ‘..il provvedimento (ossia la delibera consiliare di proroga della Convenzione) … ha natura provvedimentale e pertanto, sfuggendo al regime degli atti ricognitivi, non può essere disapplicato dalla stessa amministrazione che lo ha adottato…’”. “Questo assunto non è stato in alcun modo scalfito né dalla sentenza pronunciata nel giudizio di ottemperanza, che ha accolto le ragioni del Consorzio intimando alla Provincia di provvedere in ordine al rilascio del nulla osta riferito alle graduatorie, né dalla sentenza del Consiglio di Stato numero 1062/2022, la quale si è pronunciata solo su una eccezione processuale senza entrare nel merito - continuano i legali del Consorzio Cooperative Pescatori - Giova ricordare che la delibera di proroga dei diritti esclusivi si fonda su un autorevole parere espresso dall’Avvocatura Generale dello Stato, nonché di una nota dell’allora sottosegretario onorevole Manzato”.

E ancora: “Sotto il profilo del preteso danno erariale, perché la delibera di proroga priverebbe la Provincia dei maggiori canoni per l’attribuzione dei diritti esclusivi di pesca, si evidenzia che il canone attualmente corrisposto annualmente dal Consorzio è stato approvato tanto dalla dirigente che dal responsabile dell’area finanziaria all’atto di approvazione della Convenzione sottoscritta dalle parti nel non lontano 2016”.

“La dirigente ipotizza un bando di gara nel quale inserire clausole di salvaguardia sociale - si spiega - Con queste affermazioni tende a semplificare e banalizzare una realtà produttiva che si fonda sulla professionalità, sulla peculiarità del lavoro e che oggi ha raggiunto dimensioni importanti, ricavando in tal modo un ruolo nel mercato nazionale ed europeo solo ed unicamente grazie al lavoro dei pescatori, delle Cooperative di cui sono socie e del Consorzio medesimo”.

Questa competenza e questa professionalità, acquisite dal Consorzio nel corso dei decenni, possono e devono essere adeguatamente valorizzate, come peraltro ha osservato anche l’Adunanza Plenaria nelle sentenze numero 17 e 18 del 2021, che espressamente affermano la necessità di tutelare il legittimo affidamento e gli investimenti effettuati dagli attuali concessionari - concludono i legali del Consorzio Cooperative Pescatori - Ciò, si badi bene, senza voler in alcun modo equiparare in toto le concessioni balneari ai diritti esclusivi di pesca che, all’evidenza, hanno peculiarità assolutamente proprie”.

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