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Al crocevia del futuro energetico

Corazzari: “No a nuove estrazioni vicino al Polesine. Il governo tenga conto del territorio”

Al crocevia del futuro energetico

Corazzari: “No a nuove estrazioni vicino al Polesine. Il governo tenga conto del territorio”

Il Polesine al crocevia del futuro energetico nazionale. Tra la difesa del territorio da possibili nuove estrazioni di gas e la valorizzazione del rigassificatore di Porto Viro (che dimostra scelta lungimirante fatta alla fine degli anni ‘90) per un possibile potenziamento in chiave hub del gas proveniente dal Qatar.

Parlando di estrazioni di gas dall’Adriatico e vicino al Polesine l'assessore regionale della Lega, Cristiano Corazzari è categorico: “Da un governo serio ci aspettiamo che la politica energetica tenga conto anche delle caratteristiche e delle fragilità dei territori. Per questo le estrazioni di gas non vanno fatte nel Delta del Po”.

L’assessore regionale spiega anche i motivi del suo rifiuto a nuove trivellazioni vicino alla provincia di Rovigo: “In passato abbiamo visto tutti quanti danni sono stati arrecati al territorio, dalla subsidenza al rischio idrogeologico. Estrarre gas non può avvenire a costo di mettere in pericolo un territorio e la sua comunità, questo deve essere chiaro. Anche perché il Polesine paga già un alto costo energetico per idrovore e altri sistemi per mantenere in sicurezza il territorio. Aggiungere ulteriori rischi sarebbe solo controproducente, oltre che per i danni che potrebbe causare anche per il supplemento di costo che richiederebbe”.

Il Polesine si trova al centro di questo dibattito, da un lato per il rischio di estrazioni di gas in Alto Adriatico, cosa di calda attualità per le diverse piattaforme che da tempo chiedono di far ripartire le trivellazioni. Dall’altro per la presenza del rigassificatore al largo di Porto Viro, da cui passa il gas in arrivo dal Qatar e che costituisce circa il 10% del fabbisogno nazionale. ma che nel giro di qualche anno potrebbe aumentare di parecchio.

A pochi chilometri, invece, è in fase di smantellamento la vecchia centrale Enel di Porto Tolle, per alcuni anni si era parlato di riconvertirla a carbone, ma così non è stato e diversi anni fa è stata dismessa. E proprio di carbone, nei giorni scorsi, ha parlato il premier Draghi accennando ad una ripresa di produzione di energia su fonti fossili. Ma anche da questo punto di vista il Polesine ha già dato.

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