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ALLARME PREZZI

Anche il pane verso forti rincari

Entro maggio atteso un aumento fino a 60 centesimi al chilo. “A rischio pure le colombe di Pasqua”

Anche il pane verso forti rincari

Entro maggio atteso un rincaro fino a 60 centesimi al chilo. “A rischio pure le colombe di Pasqua”

Preparatevi alla nuova batosta: il prezzo del pane potrebbe subire un rincaro nell’ordine dei 50-60 centesimi al chilo entro i prossimi due mesi.

“Noi panificatori non ci stiamo più dentro. Il prezzo della farina aumenta mese per mese, dalla fine dell’estate scorsa. Chiaramente non possiamo adeguare i prezzi ogni giorno, ma si sta avvicinando il momento in cui, tutti quanti, dovremo alzare il prezzo del filone”. A dirlo è Giampaolo Rossi, titolare dell’omonimo panificio di Adria e affiliato alla Cna Panificatori. Una situazione - assicura - che riguarda l’intero settore. Perché - spiega - “l’aumento del prezzo del grano è enorme”.

Rossi, colpa della guerra in Ucraina, uno dei “granai” d’Europa?

“No, no. E’ un problema che viene da più lontano: sono mesi che, giorno dopo giorno, vediamo aumentare i costi della farina. Al momento, la guerra non c’entra nulla, a meno che non ci aspettino nuovi repentini rincari. Mi viene da pensare che qualcuno, a livello di mercato globale, avesse già previsto questa guerra e giocato sui prezzi già mesi fa”.

Addirittura?

“Dico che c’è tanta, troppa gente che compra la farina italiana. C’è un aumento della domanda, soprattutto da parte della Cina. E i prezzi aumentano. Sia come sia, il risultato, comunque, è che noi piccoli produttori non riusciamo più a starci dentro”.

Di quanto è aumentato il costo della farina rispetto all’estate scorsa?

“Direi di un 5% circa. Ma non dovete guardare soltanto a questo prezzo: sono tutti i costi di produzione ad essere aumentati, non ultima l’energia”.

Quanto ha inciso il rincaro dell’energia nel vostro settore?

“Moltissimo: un’attività come la mia ha tre costi fissi, ovvero gas, corrente e farina. Sono aumentati tutti e tre. Per quanto riguarda il mio laboratorio, l’ultima bolletta che ho ricevuto è quasi il doppio rispetto a quella dello stesso periodo dello scorso anno, a consumi pressoché inalterati. E aspetto l’arrivo di quella della corrente: sarà un’altra botta grossa. Di fronte a queste spese, come andiamo avanti? Dobbiamo per forza ritoccare i prezzi di vendita, anche se dispiace”.

Ha già aumentato il costo del pane?

“Leggermente. Ma dovrò farlo con più decisione nelle prossime settimane, se il costo della farina continuerà a salire. I fornitori prevedono che i prezzi saliranno fino al prossimo maggio, e io non potrò far altro che adeguarmi, per far quadrare i conti”.

Con che tipo di rincaro dovremo fare i conti?

“Cifre non da poco: minimo minimo 50 o 60 centesimi al chilo, a fronte di un prezzo base di 3,50 euro al chilo. Parlo del prezzo cosiddetto ‘calmierato’, perché al giorno d’oggi ci sono tanti tipi di pane, i cui prezzi possono anche superare gli 8 euro”.

Lei realizza anche le colombe di Pasqua. Pensa che i rincari toccheranno anche questi prodotti?

“E’ presto per dirlo. Ma di sicuro saranno più care rispetto all’anno scorso”.

E i suoi clienti che le dicono di questi aumenti?

“Che vuole che dicano? Si lamentano, è normale: è un momento difficile per tutti. Il mio forno è piccolino e non può competere con i prezzi dei forni industriali, ma quello che offriamo è un valore aggiunto in termini di qualità”.

A livello di “sindacato”, i panificatori Cna stanno affrontando il tema degli aumenti?

“Sì, se ne parla molto. L’associazione cerca di porre il problema, fare pressione, ma al momento i risultati sono minimi. Speriamo migliori”.

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