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verso l’8 marzo

“Sono servite, ora basta quote rosa”

“Le differenze di genere nella politica sono ancora moltissime, però si sono fatti passi avanti”

Businaro: “Sono servite, ora basta quote rosa”

Giorgia Businaro

“Le differenze di genere nella politica sono ancora moltissime, però si sono fatti passi avanti”

ROVIGO - Consigliere comunale nel comune capoluogo, presidente della commissione urbanistica, professionista affermata, ambientalista vera: con questo curriculum Giorgia Businaro, impegnata in politica tra le fila del Pd, sul ruolo della donna in politica ha tutto il diritto di prendere la parola.

Quando ha deciso di fare politica e perché?

“Il mio percorso di impegno civile ha origine nel mondo del volontariato. Fin da giovanissima mi sono impegnata attivamente all'interno di una importante associazione ambientalista. Questo mi ha dato l'opportunità di imparare a ragionare in termini politici su tematiche di grande rilievo a livello globale, nazionale e locale. Il passaggio alla politica istituzionale e di partito è stato per me naturale e l'ho vissuto come una continuazione del mio percorso volontaristico. A partire dal mio piccolo comune di origine, in cui ho ricoperto per diversi anni il ruolo di consigliere comunale, capogruppo e delegata alla cultura, ho potuto poi ricoprire altri incarichi di rilievo, diventando consigliere provinciale, consigliere comunale nel comune capoluogo, capogruppo del più numeroso gruppo consiliare che Rovigo abbia mai conosciuto, Presidente della commissione urbanistica, edilizia privata, ambiente”.

Ci sono ancora differenze di genere nella politica?

“Le differenze di genere nella politica sono ancora moltissime. Esiste ancora l'idea che le donne all'interno delle istituzioni possano e debbano occuparsi solo di determinate tematiche: servizi sociali, pari opportunità, politiche giovanili, e non di questioni più tecniche, che i loro ragionamenti politici siano di livello inferiore a quelli degli uomini, che, in fin dei conti, a prendere le decisioni importanti ci debba essere sempre e comunque ‘il buon padre di famiglia’. Io sono stata fortunata: in tutte le mie esperienze, sia all'interno del Partito Democratico che in amministrazione, ho avuto a che fare con uomini che non mi hanno giudicata in quanto donna, ma in base alle mie reali competenze e al contributo che posso dare. Oggi il Pd provinciale ha due vicesegretarie donne, cosa mai successa prima. Nel Comune di Rovigo, 3 presidenti di commissione su 4 sono donne e abbiamo la prima presidente del consiglio comunale donna di questo ente. Le donne, a livello locale, si stanno facendo spazio a piccoli passi”.

Lei è d'accordo con le quote rosa? Servono? Hanno aiutato?

“In linea di principio non sono mai stata favorevole alle quote rosa. Non lo sono perché credo che ogni carica politica, ogni ruolo decisionale debbano essere ricoperti in base alle capacità e ai meriti di ciascuna persona, indipendentemente dal genere. Comporre un'assemblea al 50% tra uomini e donne può portare a dover infilare di forza nominativi che, magari, hanno poco interesse, poco tempo, scarse capacità e lasciare fuori persone che avrebbero potuto portare contributi rilevanti. Ciò vale sia per le donne che per gli uomini. Detto ciò, è innegabile che, in questi anni, le quote rose abbiano avuto il merito di garantire possibilità di partecipazione a tante donne che, senza questo strumento, sarebbero state impossibilitate a candidarsi. Penso, ad esempio, al risultato straordinario ottenuto nel Comune di Rovigo con le elezioni amministrative del 2019: anche grazie alle quote rosa è stato eletto il Consiglio con la maggiore presenza femminile della storia del nostro comune. Il gruppo consiliare del Partito Democratico conta 6 donne su 11 componenti, tutte relativamente giovani. Quindi, se concettualmente la logica delle quote rosa non mi appartiene, non posso negare che sia stata utile ad aumentare la presenza femminile all'interno delle istituzioni”.

Cosa consiglierebbe ad una donna che vuole entrare attivamente in politica?

“Ad una donna che volesse impegnarsi attivamente in politica darei lo stesso consiglio che darei a un uomo: rifletti bene sul perché lo vuoi fare, su quali sono gli obiettivi che ti proponi, su quale sia il contributo che il tuo impegno può portare. Gli obiettivi che vuoi raggiungere sono personali o collettivi? Hanno effetto su te stessa o sulla comunità? Se l'impegno politico è funzionale ad ambizioni personali, ad appagare il desiderio di apparire o di detenere qualche tipo di potere, lascia perdere. Faresti solo danni. Se, al contrario, vuoi impegnarti su tematiche importanti, vuoi contribuire a portare benefici alla tua comunità, vuoi tradurre in realtà dei principi e degli ideali, allora provaci e combatti per affermare te stessa e ciò che ti sta a cuore. Solo se il tuo fine persegue l'interesse generale troverai la forza per superare i tanti momenti difficili e dolorosi di cui ogni percorso politico è costellato”.

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