VOCE
AUTOTRASPORTO
11.03.2022 - 10:11
Claudio Gabrielli
Marco Randolo
ROVIGO - “Siamo arrivati al punto che chi lavora ci rimette. In queste condizioni, meglio tenere i camion spenti”. Parola di Claudio Gabrielli, sindaco di Villamarzana ma - in questo caso - soprattutto dirigente del consorzio Trasportatori Artigiani Rodigini, con un’esperienza quarantennale nel settore. Gabrielli descrive un quadro nerissimo dell’autotrasporto, stritolato dal prezzo del diesel alle stelle, e avvisa: “Se il governo non si metterà una mano sul cuore, finirà come in Francia”.
Gabrielli, sta dicendo che i camionisti sono pronti alla rivolta?
“Gli autotrasportatori sono disperati. Non abbiamo mai toccato un punto così basso: non posso nemmeno dire che stiamo raschiando il fondo del barile perché ormai non c’è più niente da raschiare. La disperazione potrebbe portare blocchi totali. Ma intendiamoci: non farebbe comodo a nessuno, neppure a noi. Perché i camionisti vogliono lavorare, solo che così è impossibile”.
Qual è la situazione del settore?
“Semplicemente non ci stiamo più dentro. I problemi causati dall’aumento del diesel sono enormi. Chi ha contratti in essere, per onorarli deve lavorare sottocosto”.
Cosa significa?
“Significa che i prezzi sono determinati al momento della firma del contratto. Se gli accordi sono stati presi con il diesel a una certa quota, ora che i prezzi sono raddoppiati si lavora in perdita. Sono rarissimi i contratti che prevedono adeguamenti in base al prezzo del carburante, so che qualcuno ha offerto un centesimo in più a tonnellata: un’inezia”.
Quanto pesa il “pieno” sul costo di un trasporto?
“Prima di tutto questo, avrei detto il 33%. Adesso siamo tranquillamente al 42-43%. Bisogna poi sommare i costi legati alle gomme, alle manutenzioni, all’ammortamento del veicolo e molte altre voci: chiaramente, così, il guadagno si azzera. E sono sicuro che molti rinunceranno a lavorare, anche a costo di pagare penali”.
Cosa si aspetta succederà nel breve periodo?
“Alla scadenza dei vari contratti, i rinnovi dovranno prevedere per forza adeguamenti al rialzo del 15-20%. Di conseguenza, aumenteranno anche i costi delle merci che trasportiamo. Aumenti che si aggiungono ad aumenti: il grano è già cresciuto del 35%”.
Non crede che, prima o poi, i prezzi dell’energia siano destinati a calare?
“Il mio timore è che questa guerra sarà più lunga di quanto si possa pensare. E comunque la guerra conta fino a un certo punto: le speculazioni sui mercati finanziari erano già avviate da tempo. Per questo dico che dev’essere il governo a intervenire”.
In che modo?
“Ci diano almeno la possibilità di scaricare dalle tasse i costi del carburante. Non vogliamo pagarlo meno degli altri, ma ci servono incentivi”.
Vuole dirci che non ce ne sono già?
“Sempre meno. Gli ultimi poi erano legati alla classe ‘ecologica’ dei veicoli: chi aveva mezzi inquinanti non prendeva più niente. Ma è stato controproducente”.
Perché?
“L’anno scorso ho comprato un camion a metano. Spesa: 128mila euro, finirò di pagarlo tra cinque anni. E intanto il mezzo è fermo da ottobre, perché con l’aumento del prezzo del metano farlo girare costa il quadruplo che a diesel. Ovviamente, ora è pure impensabile venderlo. Vi pare possibile?”
Commenti all'articolo
ggio704
11 Marzo 2022 - 19:25
Però parla solo dei contratti degli autotrasportatori, non dice una parola dei contratti agli autisti questo vi dovrebbe far pensare subito male a voi giornalisti, ma purtroppo sappiamo di che pasta siete e non potete contraddire, peccato un'altra occasione persa.
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