VOCE
ECONOMIA
11.03.2022 - 07:31
Giordano Riello
“Gas, l’Italia paga la dipendenza dalla Russia. Eppure qualcuno volle votare no al nucleare...”
Il conflitto in Ucraina ha aumentato i problemi dovuti all’aumento del costo dell’energia in Europa e, soprattutto, in Italia, visto che, come spiega Giordano Riello, imprenditore veneto e presidente di Nplus, “noi siamo troppo dipendenti dalle importazioni di energia. Non ne abbiamo in casa”.
Riello, economia e imprese, come sta andando in Europa?
“Il clima è parecchio complicato e noi lo vediamo in prima persona. Noi abbiamo un’azienda a Mosca dove vendiamo sistemi di climatizzazione e riscaldamento dell’aria. Pur non avendo un prodotto soggetto all’embargo imposto da Putin, abbiamo bloccato i nuovi ordini. Onoriamo solo quelli già in corso ma non ne prendiamo di nuovi. Ritengo che fare impresa significhi agire in maniera responsabile e non possiamo fare finta che non stia succedendo nulla attorno a noi. E ce ne stanno rimettendo tutti i cittadini, sia europei che russi”.
Ma lei che ha contatti con Mosca, che clima percepisce?
“Io ho parlato con loro e non si rendono proprio conto di quanto grave sia la situazione: purtroppo in Russia hanno chiuso tutti i canali di comunicazione con l’estero e i cittadini sono sottoposti ad una propaganda davvero spinta”.
Questa chiusura avrà dei costi?
“Se la situazione persiste lasciamo 20 milioni sul mercato russo, bielorusso e ucraino. Anche la Bielorussia è fortemente colpita dalle sanzioni, forse più che la Russia. Per quanto riguarda i dipendenti noi in Russia abbiamo una cassa che ci permette di pagare gli stipendi per tutto l’anno, ma se la situazione si mantiene così dovremmo fare altri ragionamenti”.
Come vede, in generale la situazione in Italia?
“La situazione è davvero complessa, per noi più che per tutti gli altri Paesi europei. Perché noi siamo dipendenti al 40% dal gas della Russia, mentre gli Stati Uniti che hanno messo l’embargo acquistavano gas dalla Russia solo per l’1,8%. Noi chiaramente con questi numeri non ci possiamo staccare in modo drastico da loro. Questo ci riporta alla mente quando 10 anni fa abbiamo votato ‘no’ al nucleare solo per principio. Va bene il green, che deve essere assolutamente perseguito, ma con intelligenza. Noi in Italia abbiamo bisogno come l’ossigeno di raggiungere un’autosufficienza energetica, non possiamo essere dipendenti da altri paesi”.
Anche le vostre imprese hanno visto l’aumento delle bollette?
“Assolutamente sì, consideri che a dicembre 2020 la bolletta di Aermec spa, che è la nostra capofila, era di 51mila 900 euro, mentre a dicembre 2021 è stata di 235mila. E sto parlando solo di gas. Ed era prima dello scoppio del conflitto, ora andrà peggio. Noi non siamo una azienda energivora e quindi facciamo gli equilibristi con i bilanci ma ci stiamo ancora dentro. Certo è che a lungo andare non sarà possibile. E questo significa meno investimenti, meno innovazione, meno competitività. Bisogna assolutamente calibrare questo eccessivo aumento dei costi dell’energia, o questo comprometterà la competitività aziendale dell’Italia”.
Cosa dicono all’estero?
“Parlo della Polonia e della Germania dove sono stato di recente. La Polonia è sicuramente il paese più preoccupato, inoltre loro hanno un odio atavico nei confronti della Russia, mentre la Germania è più distante e vive la cosa con preoccupazione, ma meno. Inoltre la Germania ha una sua infrastruttura nucleare come altri paesi europei, che permette di calmierare aumento del gas. Tutti sono messi meglio di noi, che non abbiamo energie in casa. Bisogna intervenire davvero, al più presto”.
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