VOCE
L'ALLARME
14.03.2022 - 18:50
Una tegola? Il costo è triplicato, passando da 0,31 centesimi a 0,86. Il calcestruzzo? Sta per rincarare di 5/6 euro al metro cubo. Il ferro? Aumentato dell’82%, mentre il costo del legno è cresciuto dell’87%. E via di questo passo con il costo dei polimeri aumentati del 78% e il rame ‘solo’ del 43%. Con questi numeri è perfino banale dire che tutti i cantieri edili sono alle prese con un’impennata di costi probabilmente senza precedenti per proporzioni e tempi così ravvicinati. Ed è per questo che Paolo Ghiotti, presidente regionale di Ance Veneto non esita a dire che “la situazione è delicata, estrema, anzi drammatica”.
A rischiare lo stop o la moltiplicazioni dei costi sono praticamente tutti i cantieri già impiantati e quelli che dovranno partire, “nessun rischio - rimarca Ghiotti - si tratta di una certezza, già nello stato delle cose. In Polesine come nel resto del Veneto e del Paese. Una situazione che impone l’adeguamento dei costi preventivati per i singoli progetti”. L’alternativa, è che si fermi tutto.
Tanto che molte imprese edili cominciano a mettere nel conto, per i cantieri non ancora partiti, ma con contratti già sottoscritti, che senza un adeguamento dei costi di dovrà scegliere l’opzione di recedere dal contratto. “Molti dovranno pagare una penale? - ammette Ghiotti - in molti casi sarà sicuramente di importo inferiore rispetto all’aumento dei costi complessivi. E d’altra parte l’alternativa è che le imprese non siano più in grado di lavorare. Si tratta di un aumento dei costi che non dipende affatto dalle imprese, non è per colpa loro, credo quindi che una soluzione deve essere trovata”.
Ghiotti sottolinea che “i carburanti sono aumentati in maniera folle, e di conseguenza le altre materie prime sono rincarate, e a cascata tutti i materiali. Il costo di una tegola è triplicato in poco tempo. E così pure i laterizi e tutto il resto. Costruire un edificio adesso costa molto, ma molto di più”.
Tornando al costo dei carburanti secondo Ghiotti è necessario “un intervento urgente del governo. Come prima cosa deve ridurre le accise che adesso pesano per circa il 55%. Una percentuale che va tagliata, anche perché su 2,5 euro al litro incassa davvero tanto. Il governo deve decidere se incassare di più dai carburanti, facendo però chiudere le imprese e non incassando nient’altro, o ridurre le accise per continuare a far vendere il carburante e quindi far girare l’economia”.
Capitolo a parte quello dei bonus (110%, bonus facciate). Che prevedono tempistiche per la loro realizzazione “ma - continua il polesano presidente di Ance veneto - molti di questi cantieri potrebbero subire rallentamenti importanti, o addirittura cancellazioni. I cantieri col bonus 110% se riguardano case private potranno andare avanti fino alla fine dell’anno se entro il 30 giugno avranno realizzato una percentuale dell’opera. Per i condomini invece ci sarà tempo fino al 2023 e poi ulteriori proroghe. Ma il punto è che con il vertiginoso aumento di carburante e materiali molti di questi potrebbero fermarsi o ritardare di chissà quanto”. Per non parlare poi del capitolo Pnrr, “progetti partiti con determinati progetti e ipotesi di costo e che dovranno essere completati con scadenze temporali precise. Il settore edile dovrebbe rilanciarsi con questa linea di finanziamento, il pericolo è dunque quello di una paralisi economico. Ecco allora che o si interviene per calmierare i prezzi o si fermerà tutto”.
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