VOCE
Ucraina
20.03.2022 - 12:29
La marcia della Pace a Porto Viro
Beltrame (Porto Viro): “C’è il problema lingua”. Riviello (Lendinara): “Timori nell’inserimento, i piccoli al solito ci stupiscono”
Con apprensione, ma grande voglia di essere utili, gli istituti polesani si sono mossi da subito per accogliere bambini e ragazzi in età scolare arrivati dall’Ucraina per fuggire dalle bombe e dalla guerra. Un’apprensione - racconta la dirigente di Lendinara Laura Riviello - “che sorprendentemente i bambini hanno dissipato dal primo momento. Integrandosi subito e mostrando grande voglia di stare insieme”. Tutto sta andando per il meglio, dunque, nelle classi che si sono allargate, così come tante famiglie polesane, per ospitare i rifugiati ucraini.
Il primo istituto che ha risposto alla “chiamata” del ministero e a cascata della prefettura guidata da Clemente Di Nuzzo e dell’Ufficio scolastico diretto da Roberto Natale, è stato quello di Porto Viro. Il dirigente Massimiliano Beltrame racconta: “Da dieci giorni l'istituto comprensivo di Porto Viro ha iniziato ad accogliere diversi studenti esuli ucraini: al momento ci sono quattro bambini e ragazzi, inseriti nelle sezioni e classi di scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di I grado. Altri ragazzi ucraini, ospitati nel territorio comunale, preferiscono al momento proseguire in dad il percorso scolastico in Ucraina ed è stata offerta loro la disponibilità nel frequentare corsi di alfabetizzazione in lingua italiana. Ho riscontrato una grande disponibilità da parte delle famiglie italiane ospitanti, che hanno favorito il ricongiungimento con i famigliari al lavoro nel territorio comunale. Per l'iscrizione a scuola hanno accompagnato le mamme e i bambini ed è stata così possibile l'inserimento”.
La collaborazione con il Comune è stata fondamentale, sia a Porto Viro che a Lendinara, spiegano i presidi. Perché prima dell’inserimento nelle classi i nuovi alunni sono stati accompagnati nella trafila sanitaria e di registrazione in questura. “Una prima difficoltà in alcuni casi è emersa con la mancanza delle vaccinazioni obbligatorie pediatriche, che sono requisito di ammissione alla scuola dell'infanzia e sono richieste anche per la frequenza nella scuola primaria e secondaria di I grado. Tramite il Comune e la polizia locale, le famiglie sono state indirizzate all'azienda sanitaria per il rilascio delle tessere Stp e l'avvio della procedura di vaccinazione”, spiega ancora Beltrame.
Uno degli ostacoli maggiori è la lingua. “Nessuno studente parla o comprende l’italiano - è l’esperienza di Porto Viro - Sin da subito, è stata preziosa la disponibilità di alcuni genitori, di origine moldava o russa, che sono intervenuti per sostenere e supportare le famiglie esuli, offrendo una prima mediazione linguistica”. Parla il russo anche una docente dell’istituto di Lendinara: “E’ stata la nostra fortuna - spiega la dottoressa Riviello - e colgo l’occasione per ringraziare anche il sindaco perché ha fatto da importante cerniera. Così come tutte le famiglie che stanno attivando un progetto di raccolta di beni necessari per queste famiglie accolte da parenti, ma comunque bisognose di tutto”.
E infine le emozioni che i dirigenti non nascondono: “Avendo accompagnato personalmente ogni studente neo arrivato all'interno delle classi mi ha molto colpito come la comprensibile timidezza e difficoltà iniziale sia stata superata grazie alla calorosa accoglienza dei nostri studenti”.
C’è chi si prepara agli arrivi, come Amos Golinelli, dirigente degli istituti di Fiesso Umbertiano e Badia Polesine: “Noi abbiamo dato le nostre disponibilità per un paio di inserimenti - spiega il dirigente - Ovviamente dove le materie sono molto tecniche o nelle quinte, non c’è possibilità di inserire, ma altrove sì, siamo pronti”. E dove non ci sono le risorse, i mediatori culturali ad esempio? “Speriamo di accedere ai fondi ministeriali per contratti a termine”, immagina Golinelli. Per il resto, si naviga a vista. Oramai ci siamo abituati così.
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