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Rovigo

Soldi fantasma, altro flop dei Piruea

Il piano urbanistico di via Adige-Tassina non è mai decollato. E la società della fidejussione fallita

Soldi fantasma, altro flop dei Piruea

Ancora una storia di ordinario Piruea, ossia di trascuratezza amministrativa, soldi fantasma, labirintica burocrazia ed insensato sviluppo di uno strumento urbanistico che, almeno a Rovigo, si rivela sempre più sinonimo di flop. E ancora una volta il Comune deve ricorrere ad un’azione legale per recuperare risorse e chiedere alla ditta inadempiente di rispettare la normativa, ed evitare che quelle risorse si rivelino evaporate come neve al sole. Mesi fa gli strumenti dei Piruea (strumenti urbanistici per realizzare opere pubbliche in compartecipazione con i privati in cambio di interventi di edilizia residenziale) sono finiti sotto l’attenzione della Corte dei conti che attraverso la Guardia di finanza ha acceso un riflettore su questi piani urbanistici utilizzati dal Comune di Rovigo nei primi anni 2000. Molti dei quali terminati con un nulla di fatto, ma non polizze e fidejussioni ancora da incassare, a patto che ci siano.

Uno di questi è il Piruea numero 18, di via Adige Granzette, un accordo fra pubblico e privato per il quale l’impresa in questione doveva realizzare opere di urbanizzazione di una determinata area in cambio dell’opera speciale della copertura della palestra della Tassina, del rifacimento del tetto e del pavimento degli spogliatoi e dell’area giochi. Opera mai realizzata, come tante altre nel settore dei Piruea. O meglio opera mai realizzata dall’impresa privata, perché alla fine l’intervento è stato effettuato con altri contributi. Di fatto, però, l’azienda si è rivelata inadempiente e quindi soggetta alla normativa del caso. Ed è a questo punto che è scattata la trafila delle verifiche da parte del Comune per entrare in possesso, come prevede la legge, della garanzia depositata dal privato.

Una ricerca che ha prodotto il risultato, è stato appurato infatti che il Comune era in possesso di due polizze fidejussorie, una a copertura dei 321mila euro per la realizzazione delle opere di urbanizzazione che la ditta doveva portare avanti; e una di 84mila euro a copertura delle opere speciali da realizzare sulla palestra della Tassina. Tutto a posto quindi? Nemmeno per sogno perché la società che aveva emesso le polizze è risultata fallita da 2010. Ancora una volta, quindi il Comune si è trovato a scontrarsi con il muro del “non fatto” e di risorse economiche di difficile recupero.

Palazzo Nodari, come ha già fatto in altre occasioni, non si è rassegnato, anche perché la lente d’ingrandimento della Corte dei conti, impone di fare tutto il possibile per recuperare le somme. E così ha affidato l’incarico ad un avvocato, Matteo Acquasaliente del foro di Vicenza, per portare avanti azioni legali, in questo caso per un arbitrato, al fine di ottenere il versamento delle somme corrispondenti al valore delle opere previste. L’ennesima dimostrazione, in conclusione, di come il dossier Piruea, a Rovigo, sia ricco di incompiute, flop, trascuratezza e soldi fantasma.

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