VOCE
ROSOLINA
27.03.2022 - 08:00
ROSOLINA - Vive a Rosolina, la vincitrice del premio “Io Scrittore”, il torneo letterario promosso dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol in partners0hip con ilLibraio.it, IBS.it, Ubik. Stefania Crepaldi, dopo la vittoria è riuscita a pubblicare il suo romanzo, un giallo ambientato nella vicina Chioggia. Il “giallo” di Stefania é uscito nelle librerie e online, il 24 marzo, ha già raggiunto, in pochissime ore un ottimo risultato di vendite. Un romanzo giallo che intreccia sorrisi e dolori, con una protagonista piena di voglia di vivere e di amare che fa i conti con la malvagità e l’avidità del mondo, sullo sfondo magico di Chioggia, città magnifica che a volte sembra vivere di vita propria. Le mani di Fortunata sono magiche. Lei è infatti l’ultima discendente di una stirpe di becchini, la più antica di Chioggia.
Come é nato il romanzo?
“La prima volta in cui ho avuto paura di morire stavo partorendo il mio primo figlio, nato la notte ‘dell’estate di San Martino’ del 2018. Dentro di me, mentre tentavo di capire se sarei sopravvissuta a quell’enorme dolore, ho avuto paura di non farcela e di non conoscere mai il mio primo figlio. Quella paura, superata dall’enorme miracolo della vita, aveva attecchito in modo germinale e la mia mente, pur inconsciamente, aveva iniziato a lavorare incessantemente. Un anno e mezzo dopo nasceva la prima stesura, una bozza molto poco definitiva della mia storia e della protagonista, Fortunata”.
Nella protagonista ci sono dei lati della sua vita?
“Per descrivere questa straordinaria ragazza ho attinto dalla mia esperienza personale, dalle mie ferite cercando di rendere universale (e quindi un valore per lettori che saranno perfetti sconosciuti e che conosceranno alcune delle mie sfumature tramite un prodotto di finzione) il messaggio del romanzo, rovesciando la prospettiva. Ho scelto di creare una protagonista che è talmente assuefatta alla morte da non temerla, visto che la maneggia tutti i giorni fin da che ne ha memoria”.
Fortunata, una protagonista coraggiosa, quindi, cosa teme?
“Fortunata, tanatoesteta di professione, teme moltissimo l’amore, di cui non comprende le regole e gli strascichi e da cui cerca di stare distante. A renderla sospettosa nei confronti dell’amore è il padre, rimasto vedovo in giovanissima età con una figlia piccola da crescere, un uomo che è rimasto bloccato nell’idea di amore assoluto per la moglie mancata presto, un uomo devastato dalla perdita che non è riuscito ad andare oltre. A Fortunata ho regalato anche la mia solitudine, quella che ho provato da bambina, e poi da adolescente, nel suo caso supportata da una naturale avversione delle persone per la morte, nella nostra cultura un vero e proprio tabù, forse uno degli ultimi assieme al sesso”.
Come mai ha ambientato il suo giallo a Chioggia?
“Ho scelto di ambientare il romanzo a Chioggia perché è una città bellissima, piena di sfaccettature e dove un giallo ben si sposava vista la presenza del commercio marittimo, del porto e la millenaria storia di una città al momento mai rappresentata in un romanzo contemporaneo, ma con una tradizione storica e anche letteraria (pensiamo a Goldoni) di tutto rispetto”.
Cosa si augura con l'uscita del romanzo?
“Dopo aver scritto questa storia ho capito che, a fare la differenza, e quindi a garantirmi la vittoria del prestigioso Torneo IoScrittore, non era stata la forma perfetta del romanzo, ma la profonda umanità e il carico emotivo che albergano in Fortunata, una ragazza in grado di risvegliare l’empatia e di comunicare il suo dolore e i suoi conflitti, una ragazza che vuole solo l’opportunità di essere felice, di essere altro, di evolvere, di circondarsi di gioia e non di pianti e lacrime. Spero tantissimo che Fortunata possa riuscire, con la sua storia, a entrare nel cuore dei lettori, a parlare di morte e dipartita senza pesantezza, ma come parte integrante della vita stessa; e che questo sia solo il primo romanzo di una serie”.
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