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COMMERCIO
05.04.2022 - 08:47
“Passaggio importante per garantire servizi ai cittadini”. E i gestori studiano il da farsi
Bibite, snack, gelati confezionati, caramelle e patatine nelle edicole. Una nuova legge varata nei giorni scorsi dalla Regione Veneto consente agli edicolanti di vendere, oltre a quotidiani e periodici, anche questa tipologia di generi alimentari.
Una normativa che, volta a dare una boccata d’ossigeno a un settore da tempo in difficoltà e promossa su iniziativa di Sindacato nazionale autonomo giornalai, prevede anche la possibilità di svolgere attività di servizio per il cittadino e di esporre pubblicità secondo le disposizioni comunali vigenti.
“Grazie a questa normativa le edicole potranno beneficiare di maggiori opportunità imprenditoriali - afferma Fabio Callegher, vicepresidente nazionale di Snag per il Nordest -aderire o meno all’iniziativa sarà poi a discrezione del singolo edicolante. Noi, intanto, abbiamo lavorato per consentire di spaziare anche verso sbocchi commerciali alternativi. Di questa legge penso costituisca un passaggio importante, in particolare, la possibilità di offrire servizi alla cittadinanza in sinergia con le amministrazioni comunali, in base alle peculiarità ed esigenze delle diverse realtà territoriali. Un potenziale valore aggiunto, a mio avviso, risiede anche nella possibilità di esporre spazi pubblicitari di terzi, non soltanto per una questione di ritorno economico, ma soprattutto perché permetterebbe agli edicolanti di rivestire una funzione informativa nei confronti dei cittadini. Le amministrazioni comunali, in tal senso - precisa Callegher - per riferire specifiche comunicazioni alla cittadinanza, penso per esempio agli avvisi di mobilità, potrebbero rivolgersi alle edicole, solitamente dislocate in punti nevralgici delle città. Insomma, il fine ultimo di questa legge vuole un po’ essere quello di far tornare le edicole a essere percepite come dei punti di riferimento per la cittadinanza”.
Secondo Cristina Baratella dell’edicola Rizzi in vicolo San Rocco, questa iniziativa potrebbe rivelarsi positiva per alcuni edicolanti. “Ma c’è il problema dello spazio in cui esporre tutti questi alimenti - afferma - penso ad esempio a bibite e gelati: servirebbe certamente almeno un frigo. Molti di noi dovrebbero allora fare richieste di ampliamento - spiega - cosa che implicherebbe poi un costo. Come costituirebbe un costo anche l’acquisto di un registratore di cassa, richiesto per vendere questa tipologia di articoli. Complessivamente, non credo pertanto che prenderò al volo questa iniziativa”.
Concorde Alessandro Marchi, dell’edicola di Corso Umberto I. “Chi ha in gestione un chiosco, com’è il mio caso e quello della maggior parte delle edicole del centro di Rovigo, difficilmente potrà aderire. Potranno pensarci invece edicole spaziose e al chiuso, situate all’interno di negozi e punti commerciali, dove già ci sono vendite extra editoriali”. Tiziano Bolognese, dell’edicola davanti alle Poste, in Corso del Popolo, già da diverso tempo offre servizi di vario genere alla cittadinanza: “Gestisco questa edicola da ormai 12 anni, e ho sempre venduto oltre a giornali e riviste anche biglietti dell’autobus, ricariche telefoniche, dando la possibilità anche di pagare bollettini o bolli auto. Per quanto riguarda la vendita di cibi come patatine, gelati e bibite sono a dire il vero un po’ titubante, perché richiederebbe impegni economici importanti, come l’acquisto di un registratore di cassa, di cui non dispongo. E sostenere questi costi così, nell’immediato, non è facile, data la situazione in cui versiamo”.
Denis Turolla, dell’edicola di piazza Duomo, continuerà a vendere solo giornali e periodici nel suo chiosco. “Ho uno spazio molto piccolo e non penso pertanto che potrò aderire a questa iniziativa. Ho già provato a vendere un po’ di dolciumi in passato, ma non ho avuto dei grandi guadagni. Poi se cominciamo anche noi edicolanti a vendere un po’ di tutto, diventiamo ormai quasi assimilabili a dei tabaccai... Purtroppo, il nostro settore è in crisi da diverso tempo e il calo delle vendite è costante. Non sono molto ottimista se penso al futuro che spetta alla nostra professione. Non escludo comunque che questa normativa possa essere d’aiuto a edicole più grandi e al chiuso”.
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