VOCE
ATER ROVIGO
12.04.2022 - 18:53
“Emergenza Ucraina: a disposizione una ventina di appartamenti, ma non sta a noi decidere”
Ci sono un po’ di novità in casa Ater Rovigo... a partire dall’arrivo di un nuovo direttore generale che da qualche settimana si è insediato a tutti gli effetti nell’organico di Ater Rovigo (succede a Mirko Campagnolo, ora direttore a Vicenza). Ma è sul tema delle case ristrutturate ed assegnate, e sull’accoglienza ai profughi ucraini che alla fine si sofferma il presidente Guglielmo Ferrarese.
“Ringrazio Mirko Campagnolo, con cui sono ancora legato da sincera amicizia, perché gli anni passati con lui sono stati molti e molto intensi. Con l’ingegner Massimo Melato, nuovo direttore generale, c’è stata un’intesa immediata e sono sicuro che non solo siamo già sintonizzati sulla stessa frequenza, ma che lavoreremo per migliorare ed efficientare l’Ater di Rovigo”
Presidente, lei è uno che parla raramente. Le sue interviste si contano sulle dita di una mano. Ma visto che ci siamo, ci dà qualche numero di questi primi quattro mesi dell’anno?
“Credo che l’indirizzo dell’Azienda che presiedo sia di mettere al centro della propria comunicazione le persone. Noi non facciamo politica, non dobbiamo compiacere, ma fare bene il nostro lavoro per gli utenti. Per me l’obiettivo è che gli alloggi siano il più possibile occupati e che vengano compiute tutte quelle opere che servono a far vivere bene i nostri inquilini. Io credo nel welfare”.
Fatta la premessa, quali sono i numeri?
“Ad oggi l’Ater di Rovigo gestisce un patrimonio di circa 4000 unità, di cui 3.300 occupati. Dei 700 immobili non occupati 370 sono in attesa di manutenzione, 152 rientrano nel piano vendite, e per 178 siamo in attesa dei finanziamenti regionali/statali per la manutenzione specifica... Dal 10 gennaio al 5 aprile sono stati comunque assegnati 60 alloggi. Diciamo che se procedessimo tutto l’anno con questo ritmo, finiremmo velocemente la disponibilità. Chiaro che è un numero di cui essere fieri, perché significa che la macchina funziona, e che facciamo bene il nostro lavoro, ovvero dare a chi necessita e a chi ne ha diritto una casa. Abbiamo poi una serie di idee e di progetti anche per rendere più semplice entrare in contatto con noi”.
Tipo?
"Vogliamo dare agli utenti più strumenti per dialogare con l’Azienda. Apriremo dei profili social per offrire maggior informazione di servizio, metteremo a disposizione un servizio whatsapp per dialogare in modo diretto e per dare a tutti l’opportunità di conoscerci meglio. La nostra Azienda lavora su un territorio molto vasto e ha bisogno di entrare in contatto più stretto con i propri utenti. Da questo punto di vista ho chiesto al nuovo direttore il massimo impegno per rendere l’esperienza dell’utente migliore e più diretta”.
Vuole dire che è finita l’epoca delle raccomandate con ricevuta di ritorno?
“Se mi si concede la battuta, le risponderei di non esagerare perché sebbene si viva in Veneto, una delle migliori Regioni del Paese in termini di efficienza, siamo pur sempre in Italia, che rimane il Paese della burocrazia per antonomasia. Tuttavia, vorrei che nei prossimi anni l’Ater di Rovigo facesse un bel passo avanti. A piccoli step, ma decisi. Il nostro obiettivo è offrire servizi di welfare, e lo dobbiamo fare bene”.
A proposito di servizi di welfare, cosa ne pensa della proposta di attribuire degli immobili all’emergenza profughi ucraina?
“Noi potremmo arrivare a mettere a disposizione quasi immediatamente una ventina di alloggi. Ma pur offrendo la massima disponibilità bisogna focalizzare due aspetti: il primo riguarda il fatto che noi non possiamo in nessun modo decidere autonomamente se assegnare senza regolare procedura gli appartamenti in quanto legati ai regolamenti vigenti sull’edilizia popolare. Il secondo è che dipende dalla Regione l’eventuale deroga. Laddove ce lo chiedessero, siamo già pronti a fare la nostra parte”.
Quali sono i vostri prossimi obiettivi?
“Abbiamo numeri importanti, ma possono essere migliorati. Non ho dubbi che nei prossimi mesi l’ingegner Melato farà un ottimo lavoro, ma come del resto non ho dubbi che tutti i nostri collaboratori siano assolutamente all’altezza della sfida. Noi siamo un servizio essenziale e chi lavora con noi e per noi deve sapere di essere parte di un ingranaggio fondamentale della società”.
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