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ORRORE SUL PO

"L'omicida? E' una persona che la conosceva bene"

Le ipotesi di Roberta Bruzzone, nota criminologa

"L'omicida? E' una persona che la conosceva bene"

Roberta Bruzzone, criminologa

"L'assassino? Sicuramente una persona molto legata a lei, forse il fidanzato". Sono le parole dell'esperta. Stiamo parlando della tragica e orribile vicenda del corpo di donna ritrovato senza mani e senza testa in un borsone gettato nel fiume Po' e riemerso a Santa Maria Maddalena, nel comune di Occhiobello.

Nei giorni scorsi i carabinieri hanno diffuso le foto degli abiti che indossava la donna del borsone, alla ricerca di qualcuno che potesse aver notato quegli abiti così particolari.  La donna, infatti, indossava un camicione etnico e molto colorato. Se secondo lo psichiatra e criminologo Alessandro Meluzzi, intervistato da La Voce di Rovigo nei giorni scorsi, l'omicidio potrebbe essere avvenuto all'interno di un contesto di prostituzione e criminalità legato all'Est Europa, non si può dire che la collega criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone, faccia una ipotesi sulla stessa linea. Anzi. Secondo la Bruzzone, l'omicida della giovane donna potrebbe essere il fidanzato. E ci spiega perché.

Tagliare testa e mani è senza dubbio un modo per non rendere la vittima identificabile o ci può essere dell'altro dietro?

"Normalmente è così. Si tratta di una procedura che per quanto feroce appaia avviene post mortem e di norma ha solo lo scopo di rendere irriconoscibile la vittima dell'omicidio. Per quanto non abbia seguito questo caso da vicino, per i particolari che mi sono noti devo dire che non mi vengono in mente ipotesi diverse dall'occultamento". 

A suo avviso è possibile che un omicida che taglia testa e mani poi lasci addosso dei vestiti tanto particolari?

"Secondo me sì, è possibile. Non ritengo che gli abiti ritrovati possano essere un depistaggio. Secondo me semplicemente l'assassino non ha ritenuto che fossero rilevanti ai fini del riconoscimento. Mi spiego meglio: o non era ancora andata in giro che quegli abiti addosso, o la vittima non si mostrava molto in giro. Comunque non doveva essere una persona molto nota, e sicuramente non del posto o dei dintorni del ritrovamento".

Lei si è fatta qualche idea su questo orribile caso?

"È davvero difficile fare delle ipotesi con cosí pochi elementi, ripeto, non è una vicenda che ho seguito personalmente. Ma posso dire una cosa, in base alla mia esperienza: darsi cosí tanto da fare per rendere irriconoscibile il corpo, decapitazione e taglio delle mani, mi porta a pensare che l'assassino e la vittima avessero un legame stretto. Che l'identificazione del corpo avrebbe potuto facilmente portare i sospetti molto vicini all'assasino. Probabilmente, a mio parere, i due - assassino e vittima - erano legati sentimentalmente". 
 

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