VOCE
Badia Polesine
17.04.2022 - 00:52
Mais: al centro del convegno in Accademia dei Concordi.
“Le nuove frontiere del mais, la nutraceutica del cibo fonte di salute” è il titolo del convegno promosso nei giorni scorsi dalla Venerabile confraternita della polenta di Villa D’Adige 1554 assieme all’Accademia dei Concordi di Rovigo e dall’Accademia dei Georgofili di Firenze. Tenutasi nella sala degli Arazzi dell’Accademia rodigina, la conferenza si è aperta con i saluti istituzionali del “padrone di casa” Giovanni Boniolo e di Giuliano Mosca, presidente della sezione nord-est dell’Accademia dei Georgofili. I saluti di Ivo Romanini, presidente della Confraternita della polenta, hanno quindi lasciato spazio al relatore Paolo Valoti, già direttore della Banca del Germoplasma dell’Istituto di Maiscoltura del Crea di Bergamo, che negli ultimi tre anni ha seguito le prove in campo da parte della Confraternita, a confronto con le antiche varietà di mais che erano coltivate in Veneto con varietà di mais boliviane e messicane.
Valoti ha iniziato evidenziando l’importanza della coltivazione nella storia e nella tradizione dei popoli dell’America centro meridionale. La prima coltivazione intensiva di mais in Europa, invece, era stata riportata e descritta già nel 1554 in località Villabona, attuale Villa D’Adige. Si è poi passati alla presentazione dei dati ottenuti da un progetto di ricerca internazionale che coinvolge l’Italia, il Messico e la Bolivia che interessa alcune delle migliori varietà di mais che saranno impiegate in questo nuovo settore: la nutraceutica, parola che nasce dall’unione delle parole “nutrizione” e “farmaceutica” e che indica i principi attivi e i componenti degli alimenti che hanno effetti positivi sulla salute.
Lo scopo è quello di ottenerevarietà di mais che contengano un alto contenuto in antociani e altri composti vegetali bioattivi, valorizzando le loro proprietà antiossidanti, utili per la lotta alle infiammazioni croniche ed in particolare contro i tumori. Valoti si è soffermato sulla varietà messicana Azul e su quella boliviana Morado. “Le varietà Azul e Morado - fanno sapere gli organizzatori - nelle prove effettuate in campo dalla Confraternita hanno evidenziato un notevole incremento di sviluppo delle dimensioni della pianta e della pannocchia rispetto agli habitat di origine, dovuti al diverso fotoperiodo e alla diversa fertilità dei terreni. Per quanto riguarda le antiche varietà di mais venete, si è avuta la conferma del loro potenziale produttivo per la varietà Pignoletto d’oro e Nostrano dell’isola, le stesse varietà da cui Antonio Fioretti creerà dal loro incrocio il famoso Marano vicentino”. Il professor Giovanni Boniolo ha chiuso il convegno ringraziando i presenti, il relatore e gli organizzatori.
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