"Nuovo simbolo della Lega? Basta non arrivi al Nord"

Addio all’Alberto da Giussano? In casa Lega ribollono gli animi. Il segretario federale Matteo Salvini ha infatti depositato un nuovo simbolo per le elezioni amministrative in Sicilia, con l’obiettivo di convogliare sul suo partito le forze di tutto il centrodestra. Addio al mitico “guerriero con lo spadone”, spazio a un nuovo marchio caratterizzato da un logo blu, il tricolore e il claim “Prima l’Italia”. Un cambiamento epocale che, però, ha fatto storcere il naso a chi ancora non aveva metabolizzato l’eliminazione della parola “Nord” dal nome del partito. Ed è soprattutto dall’interno della Liga Veneta, dove una parte spesso (seppur senza dirlo apertamente...) non condivide le istanze del segretario Salvini, che stanno emergendo voci critiche di una certa caratura.

Tra queste, una delle più autorevoli è quella di Gianantonio Da Re, attualmente europarlamentare, e dal 2015 al 2019 alla guida del partito in Veneto. “Con l’avvento della Lega per Salvini premier - ricorda l’eurodeputato Da Re - siamo passati da una connotazione locale ben definita a un partito nazionale. Non è corretto cambiare il simbolo, aggiungendo la scritta ‘Prima l’Italia’, perché non rappresenterebbe il nostro partito. Per quanto mi riguarda, possono tranquillamente usarlo come lista per le elezioni amministrative in Sicilia, basta che non arrivi al nord. Alberto da Giussano, a livello politico, è irrinunciabile. Il guerriero, con la spada sguainata, è sempre stato il simbolo della Lega Nord. Tanti militanti, soprattutto in Veneto, si identificano solo in quello. Non siamo disposti a rinunciare al simbolo che ci riunisce e nel quale ci identifichiamo. Il marchio depositato per la Sicilia non può arrivare al nord, non avrebbe alcun successo. Non so se in Sicilia sia gradito: il responso dell’elettorato sarà inappellabile”.

“Sicuramente - prosegue l’ex numero uno del Carroccio in Veneto - quel simbolo non potrà essere proposto per le elezioni politiche del prossimo anno. Non ci può essere alcuna discussione a riguardo. Molti militanti, radicati nei territori, stanno sostenendo la mia presa di posizione, anche fuori dalla regione. Insieme abbiamo condiviso tante battaglie, portando avanti il nostro simbolo. Ci sono stati alti e bassi, ma siamo rimasti uniti anche durante momenti di grande difficoltà. Siamo il partito più longevo tra quelli in circolazione, il nostro marchio è consolidato. Dietro al cambio di simbolo c’è un cambio di strategia. Questi ipotetici mutamenti devono nascere nei congressi, nelle assemblee dove gli iscritti votano ed esprimono il loro punto di vista rispetto a una determinata proposta politica. Pare che non si tratti solo della Sicilia ma anche della Toscana, qualche apprensione c’è. E’ naturale che emergono spunti di riflessione a riguardo”. “La coalizione di centrodestra - conclude Toni Da Re - è un conto, il partito è un altro. All’interno dello schieramento ci siamo tutti, ma ognuno deve conservare simbolo e idee che lo caratterizzano”.