VOCE
IL CASO
29.04.2022 - 13:03
Basta con l'attribuzione del cognome paterno in automatico ai figli. Sarà possibile attribuire al nascituro o quello del padre, o quello della madre, o entrambi. Va in questo senso la decisione della Corte costituzionale dei giorni scorsi, che ha definito l'attuale meccanismo, previsto dall'articolo 262 del Codice Civile, "discriminatorio e lesivo dell’identità del figlio". Sin qui, la pronuncia dei giudici che, però, non chiarisce cosa accadrà ora. In realtà, per il momento, nulla. Per ora, tutto continua come prima.
Prima di potere avviare ogni discorso, in termini di leggi e modifica del Codice civile, sarà necessario attendere che i giudici della Consulta depositino le motivazioni della sentenza, per capire quali considerazioni abbiano sviscerato e quali indicazioni abbiano fornito, ammesso lo abbiano fatto. Solo a quel punto sarà possibile avviare un percorso legislativo che, come detto, in primo luogo dovrà riformare l'articolo del Codice civile che governa l'attribuzione del cognome al neonato.
Per ora, quindi, non cambia assolutamente nulla. La legge che il Governo dovrà andare a preparare, poi, dovrà anche contenere misure per evitare la "moltiplicazione dei cognomi": se i genitori potranno attribuire ai figli due cognomi, non significa che alla generazione successiva potranno essere quattro, quindi otto e così via. Questo non accadrà. In primo luogo alla luce dei problemi che, dal punto di vista burocratico, una proliferazione di questo tipo potrebbe provocare.
Le questioni da risolvere e includere in un testo che venga poi approvato e tradotto in legge non sono, quindi, poche. E i tempi potrebbero essere lunghi.
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