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confindustria
04.05.2022 - 17:51
Il più ormai è fatto. Confindustria Venezia Rovigo si prepara ad unirsi in matrimonio con Padova-Treviso per diventare la seconda territoriale nazionale dell’Aquilotto. Vincenzo Marinese, presidente degli industriali di Venezia Rovigo è visibilmente soddisfatto del percorso intrapreso e che sta per arrivare al traguardo. E così il prossimo inverno potrà chiudere la propria esperienza da presidente con i risultati della Zls e della fusione.
Presidente Marinese ormai la fusione è davvero all’ultimo miglio.
“Diciamo che il clima è buono, i presupposti ci sono ed il percorso impostato in maniera costruttiva sta dando i suoi frutti. Diciamo che il risultato lo stiamo portando a casa. L’obiettivo di qualche mese fa era di valutare entro maggio 2022 se l’operazione di fusione stava in piedi. Credo che siamo a buon punto”.
Qualcuno potrebbe obiettare che una Confindustria così allargata rischia di perdere identità...
“Il lavoro svolto dalla commissione paritetica e dai presidenti va proprio nella direzione di non perdere questa identità, perché è fondamentale. E proprio per questo la nuova territoriale avrà quattro vicepresidenti, uno per ciascun territorio, con delega proprio al territorio. E così pure la struttura del territorio. Le sedi resteranno tutte, da questo punto di vista non ci saranno razionalizzazioni perché noi non siamo un’attività produttiva, ma un’associazione che fa rappresentanza, e dobbiamo mantenere alto questo livello. Non a caso come Venezia-Rovigo abbiamo deciso di investire sulla sede di Rovigo”.
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A proposito non esiste il pericolo che Rovigo sia il vagone di coda di questa grande locomotiva industriale?
“Lo escludo. Per diverse ragioni. In primo luogo perché già adesso diverse aziende del veneziano, dell’area di Cavarzere, di Cona, Chioggia stanno già frequentandola sede rodigina. Questo perché per loro è più comoda. Questo a dimostrare che la struttura Venezia-Rovigo si è amalgamata bene. La seconda ragione e l’investimento, che ho detto prima, per ristrutturare e valorizzare la sede di Rovigo. Infine non esistono territori di serie A o di serie B, ci sono aziende che hanno stabilimenti in diverse province, per cui le problematiche da affrontare sono le medesime, ogni associato, da Treviso a Rovigo potrà contare sull’assistenza della stessa casa comune. Tempo fa ero stato accusato di voler commissariare la sede di Rovigo, invece ognuno può constatare che con la vicepresidenza di Paolo Armenio non c’è stato questo pericolo. Gli imprenditori polesani hanno potuto pianificare la loro rappresentanza”.
Quindi, nessun pericolo marginalizzazione per il Polesine dal punto di vista industriale.
“Rovigo ha tutto da guadagnare da questa fusione. Non dimentichiamo quanto fatto per arrivare alla Zls. Non abbiamo lesinato risorse per questo risultato. Allargando la rappresentanza i vantaggi saranno per tutti gli associati e per il territorio nel suo complesso”.
Saranno comunque razionalizzazioni in alcuni servizi dell’associazione. Ma per gli associati che altri vantaggi ci saranno?
“Gli imprenditori vogliono sentirsi rappresentati, chiedono di veder affrontare e risolte le proprie istanze. A questo serve la rappresentanza, a tutelare e portare avanti le istanze delle imprese. Più forte è la rappresentanza, maggiore sarà la capacità di offrire strumenti per risolvere i problemi e dare risposte. Se Confindustria propone iniziative per un’industria 4.o lo fa per tutti i suoi associati. Ovviamente su determinati servizi ci saranno razionalizzazioni ma improntate ad elevare la qualità”.
Chi sarà il primo presidente di questa grande Confindustria e come di chiamerà l’associazione?
“Il nome sarà scelto dopo il confronto con i territori. Per quel che riguarda il presidente, sarà quello il cui mandato scadrà dopo. Quindi Leopoldo Destro, la cui scadenza è al 2024, mentre il mio mandato già scaduto. Sarà lui il presidente fino alle prime elezioni del nuovo soggetto confindustriale”.
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