VOCE
L'APPELLO
10.05.2022 - 20:43
Angela Zambelli: la prima cittadina di Crespino interviene su una questione al centro del dibattito in questi giorni
“I figli sono una risorsa della società non un problema della donna. Bisogna cambiare mentalità”: sono le parole di Angela Zambelli, mamma, professionista (avvocatessa) e sindaco di Crespino, che interviene sulla vicenda della nota imprenditrice bolognese, Elisabetta Franchi, che durante un evento sul tema “Donne e moda” ha affermato di assumere “solo donne over 40, nei ruoli di rilievo, perché hanno già fatto figli, non hanno impegni e lavorano h24”.
Zambelli, che ne pensa?
“Premetto che non ho seguito attentamente la vicenda. Ma se la sua affermazione è stata davvero questa, mi provoca una tristezza grandissima e mi fa pensare che forse questa persona non abbia una famiglia. E’ purtroppo la solita esemplificazione che i figli e la famiglia sono delle donne, ma non è e non può essere così. I figli non sono un problema della donna ma sono una risorsa della società e come tale va affrontata a 360 gradi. E’ evidente che quello che ha detto la imprenditrice bolognese è una discriminazione nei confronti della donna. In ogni caso se anche la sua frase fosse stata inserita in un altro contesto, lei deve comunque imparare ad esprimersi meglio, perché, lo dico come mamma, donna e sindaco, in questo modo offende le donne e la famiglia. D’altra parte, il suo discorso è assolutamente censurabile ma è anche triste perché mostra una falla nella società: la maternità è vista come un problema invece che come una risorsa ed è triste che una imprenditrice si trovi in questa condizione di scegliere solo donne che i figli li hanno già fatti”.
Cosa dovrebbe fare la politica per agevolare le donne che lavorano e hanno figli?
“Servono supporti veri alla donna: parlo di scuole, aiuti famigliari anche per pagare la baby sitter, favorire nel primo anno di vita del bimbo un sostegno economico e non solo. Diventare mamma non deve essere pregiudizievole per la donna. E’ chiaro che la vita cambia radicalmente, ma bisogna andare incontro alla mamma sugli orari di lavoro, ci sono esigenze di tempo che devono essere comprese senza essere pregiudizievoli in termini economici e di opportunità. Inoltre le misure di sostegno non devono essere solo per le donne ma anche per i papà, purtroppo oggi i permessi del papà sono visti con un occhio particolare. Ma ripeto: i figli sono una risorsa della società e come tale va curata. Se le donne sono obbligate a rinunciare a ruoli importanti e stipendio ci rimettono non solo loro, non solo il datore di lavoro, ma anche la famiglia e quindi di rimando tutta la società”.
Si potrebbe o dovrebbe anche fare qualcosa per le imprese in questo senso?
“Sicuramente è una cultura che parte dal mondo del lavoro: bisognerebbe sentire prima loro, cosa si aspettano dallo Stato, qual è il peso che sostiene l’azienda quando la donna resta incinta. Prima si capisce l’esigenza e poi si realizza la misura. E’ solo una questione economica, o anche organizzativa? E’ una questione che va affrontata a tutti i livelli”.
Lei che è mamma, lavora e fa anche il sindaco, è stata condizionata dalla decisione di avere un figlio?
“La mia felicità di essere diventata mamma è talmente grande che non do valore negativo alle cose che mi succedono. Chiaramente molte volte vedo che non riesco a dire a determinate persone in uno dei miei ruoli che non posso prendere parte a qualcosa perché devo stare con mia figlia, questo so che viene considerato pregiudizievole. Certo io non mi faccio condizionare ma questa cosa si avverte. Non è facile ma non è impossibile. Si può cambiare”.
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