VOCE
ARQUA’
21.05.2022 - 13:05
L'area di Ikea, in stato di abbandono da anni.
ARQUA’ POLESINE - Sull’affare macroarea ballano (ancora) quasi 300mila euro. Mica briciole, soprattutto perché quei soldi, ora come ora, cambierebbero le sorti del bilancio comunale che, con quella cifra, vedrebbe chiudere in rosso il 2021. A denunciarlo è la minoranza consiliare, che ha espresso parere contrario al consuntivo dell’anno scorso.
L’amministrazione comunale ha infatti proposto di vincolare un milione e 67mila euro per far fronte a un’eventuale soccombenza sul ricorso al Tar relativo all’ormai annoso affaire Ikea. Ma per l’opposizione, rappresentata da Fabrizio Siviero e Vincenzo Martarello, quella cifra non basta: “In caso di soccombenza - dicono infatti i due esponenti di opposizione - il Comune dovrebbe mettere a disposizione una fidejussione di 937mila euro già incassata, rimborsare a Ikea la somma di 145mila euro e prevedere a bilancio 275mila euro per l’adeguamento della bretella di accesso alla Transpolesana di via Madonnina per un totale di 358mila euro”. Ecco allora che rispetto a quel vincolo mancano ancora 291mila euro.
Ma il Comune ha chiuso il 2021 con un avanzo di amministrazione di 145mila euro: se dovesse tirare fuori 291mila euro, i conti andrebbero in rosso di 146mila euro che dovrebbero essere appianati con variazioni di bilancio. “La nostra contrarietà a questa manovra - spiegano i due consiglieri - non deve intendersi riferita al completamento della macroarea: siamo contrari ai metodi con cui questa maggioranza ha preso delle decisioni non definitive né risolutive. Riteniamo che, in questi 8 anni, la maggioranza si sia dimostrata incapace di gestire la situazione, di prendere decisioni ma soprattutto di impiegare incaricati (ad onorario) nella definizione delle proprie visioni conclamate nel tempo, dimostrando palesemente di non saper tradurre l’interesse pubblico come risorsa imprescindibile per il territorio”.
“Ma poi - pungono dall’opposizione - se è tutto in regola e a breve sarà firmata la convenzione con le aziende della macroarea, perché mai si dovrebbe creare un vincolo del genere?”.
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