VOCE
verona
22.06.2022 - 08:29
I “progressisti” denunciano: “Ingerenza inaccettabile”. I favorevoli lo elogiano: “Ha coraggio”
La lettera del vescovo di Verona ai confratelli nella quale mette in guardia, tra l’altro, dagli aspiranti sindaci che sostengono la teoria gender, accende il dibattito dividendo i sacerdoti di strada.
Don Massimo Biancalani, parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore di Vicofaro (Pistoia) osserva all’Adnkronos che "siamo davanti a una intromissione, da parte del vescovo c'è stato un approccio ideologico e invece le questioni andrebbero affrontate col dialogo non con la clava".
Diametralmente opposto il pensiero di don Ermanno Caccia, sacerdote bergamasco che non ha mai nascosto le sue simpatie per il leader della Lega, Matteo Salvini: "Altro che uscita improvvida, monsignor Zenti è probabilmente l’unico vescovo ad avere avuto il coraggio di tenere il filo conduttore della Chiesa. Ha detto: attenzione Pastori, date indicazioni sul nostro credo".
Don Giulio Mignani, sacerdote ligure progressista, bollando l'intervento di Zenti come "totalmente inopportuno", invoca l'intervento dei vertici della Chiesa, mentre don Jacopo De Vecchi, parroco a Rapallo, non usa toni polemici nei confronti del vescovo, col quale vorrebbe però parlare "per esprimergli tutta la mia tristezza per questa cosa che si dovrebbe solo dimenticare. Non sono un prete con la bandierina ma credo che un vescovo dovrebbe avere i piedi per terra".
Lo stesso don Jacopo aveva pensato anche ad una lettera petizione con raccolta di firme per prendere le distanze da Zenti ma poi ha pensato di soprassedere ("una cosa così si desidera solo dimenticarla").
Sempre all’adnkronos ha parlato don Massimo Biancalani, argomentando il suo disappunto nei confronti della lettera del vescovo di Verona: "Sono dispiaciuto perché dalla Chiesa mi aspetterei più apertura anche rispetto a tematiche che sembrano andare contro una certa visione ma che poi rappresentano la complessità del mondo di cui non possiamo non tenere conto".
Don Ermanno Caccia invece esprime tutta la sua "solidarietà" a Zenti, prossimo alla pensione. "Ormai è fuori gioco - osserva - ma conoscendolo ha detto qualcosa su cui vale la pena prendere nota. É sempre stato una persona piuttosto attenta alle dinamiche della sua città. Verona non è una piazza facilissima, è stato ricettacolo di una serie di sperimentazioni anche a livello di chiesa ma don Zenti è stato l’unico ad avere il coraggio dando indicazioni alle coscienze delle persone. La stanno buttando sul fatto che lui parteggi per Sboarina” .
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