VOCE
LA GRANDE SICCITA'
28.06.2022 - 08:45
Una delle enormi secche, mai viste in decenni, che quest'anno sono spuntate lungo il Po
Curcio: “Po con meno 80% di portata. Prima dello stato d’emergenza decidere quali misure adottare”
Tutta Italia boccheggia sotto i colpi di una siccità storica e con un clima arroventato stile Sahara. A soffrire sono anche e soprattutto i fiumi, la cui portata scende di continuo, mettendo in crisi agricoltura ed economie. Tanto che il Capo della protezione civile arriva ad annunciare possibili razionamenti nelle ore pomeridiane. Che potrebbero presto interessare le Regioni più a rischio per risorse idriche e siccità. Fra queste anche le zone dell’asta del Po, e quindi il Polesine.
Il Delta, comunque, sta respirando. Il desalatore messo in funzione da Acquevenete sta svolgendo fino in fondo il proprio compito, e le forniture - ferme restando le limitazioni imposte dai sindaci - sono garantite.
Poi c’è il tema generale della siccità, che rischia invece di diventare sempre più stringente. “La dichiarazione dello stato di emergenza è un atto formale del governo, non è che di per sé risolva il problema soprattutto in un emergenza così particolare di mancanza d’acqua - ha detto il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio a SkyTg24 - L'importante della dichiarazione dello stato di emergenza è capire quali misure si possono mettere in campo per mitigare questa problematica".
"Stiamo ragionando proprio da un paio di settimane con le regioni non tanto sul fatto se dichiararlo o meno, possiamo dichiararlo anche domani, ma non cambia nulla. Quello che dobbiamo fare è dichiararlo una volta che abbiamo chiare quali siano le misure che si possono o si vogliono mettere in campo per mitigare questo problema”. Curcio ha poi specificato che “In alcune zone del Paese non possiamo escludere un razionamento dell’acqua e quindi la chiusura della distribuzione durante le ore diurne”.
E ancora: “I criteri li stiamo definendo con le regioni e soprattutto le misure - ha precisato ancora Curcio - dobbiamo capire se è un problema di idropotabile, se è un problema di bilanciamento di risorse idriche, e penso che presto avremo chiaro quelle che saranno le misure, quindi potremo fare le dichiarazioni di stato di emergenza.
E’ necessaria poi la differenza tra stato di calamità e stato di emergenza - ha concluso Curcio - calamità riguarda principalmente l’agricoltura, la produzione agricola e prevede un indennizzo, mentre lo stato di emergenza è un qualcosa di più complesso perché prevede misure differenziate, requisiti da avere, una sorte di asticella tecnica”.
Curcio ha poi precisato che “dono anni che parliamo di cambiamenti climatici, si discute su cosa siano i cambiamenti climatici, di come impattano sul nostro territorio questo periodo è una fotografia fedele di questi ragionamenti. La fotografia italiana è un 40-50% di quantità di acqua piovuta in meno quest’anno rispetto alle medie degli ultimi anni. Abbiamo avuto fino al 70% di neve in meno. Abbiamo fiumi come il Po, per esempio, uno dei fiumi più importanti a livello nazionale per le vita che intorno a quel fiume si sviluppa, che ha portate fino all’80% in meno. Quindi abbiamo una situazione generalizzata di carenza di risorse idriche, quindi generale carenza di pioggia. In alcune aree diventa impattante in maniera assolutamente importante a livello agricolo, a livello ittico, produzione dell’energia elettrica. La situazione è generalmente complessa in tutto il Paese”.
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