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COMUNE DI ROVIGO

E' deciso: la Rotonda sarà a pagamento

Il voto in un consiglio comunale quasi "monopolizzato dai problemi della maggioranza"

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La Rotonda

Chi ha vinto e chi ha perso sulla mozione consiliare che chiedeva fiducia all’operato di sindaco e giunta? Il braccio di ferro alla fine ha lasciato le cose come erano prima, e quindi la maggioranza di centrosinistra si aggrappa all’ennesimo compromesso di questa legislatura.

Una richiesta emersa dopo le vibranti polemiche che i dem avevano rivolto alla giunta nei giorni scorsi, critiche che probabilmente continueranno a ritenere valide, ma ieri anche il Pd ha ribadito fiducia nell’attività del sindaco e nella possibilità di portare avanti l’azione di governo per completare i programmi dell’amministrazione. Il Pd ha presentato un emendamento alla mozione (il voto a notte fonda), dove si impegna il sindaco ad attivarsi per ritrovare l’unità della coalizione, dando così fiato alle rimostranze dei dem sollevate nelle ultime settimane, in cui imputavano alla giunta scarso coinvolgimento del Pd nelle decisioni. Dal testo è sparita anche l’approvazione dell’operato della giunta, lasciando solo quella del sindaco.

La ricerca del compromesso era andata avanti per tutto il giorno, il Pd proponeva una correzione più marcata del testo della mozione, puntando ad un impegno più generale del sindaco nel riproporre il centrosinistra anche a livello provinciale. Ma questi richiami nel nuovo testo non si sono visti. La mozione che chiedeva la piena fiducia al sindaco e alla giunta, per quanto fatto e per portare a termine i programmi, è stata letta dal primo firmatario Federico Saccardin (c’erano anche le firme dei consiglieri di Forum e lista civica Gaffeo Perché cresca felice).

A complicare i rapporti fra Pd e sindaco anche la lettera che il segretario comunale dem, Giacomo Prandini, ha scritto il giorno prima. Rivolta al sindaco e con toni piuttosto aspri. Nel messaggio Prandini a nome del Pd chiede al sindaco se per lui e per la sua maggioranza “è prioritaria la ricandidatura alle prossime elezioni o portare a compimento quegli atti amministrativi di cui la città ha crescente e urgente bisogno?” E poi i riferimenti ai nodi da risolvere: “Iras, i parcheggi, la viabilità, gli autobus elettrici, i disagi allo sportello anagrafe”. E ancora: “Fornisca i documenti urbanistici nei tempi previsti, recuperi i fondi perduti per i disabili; metta le società sportive in grado di operare; restituisca al Teatro sociale il perduto prestigio”; E poi l’ex Maddalena, un piano per gli insediamenti Zls, il bilancio” E riferito alla mozione di Forum e civica Gaffeo: “Continuando con le sceneggiate, potremmo anche votare a lei e ai suoi ‘bravi assessori’ una fiducia al mese ma non otterrà la ricandidatura dal Pd”. Quindi la richiesta di tener “fede al patto di centrosinistra rinunciando ai legami con la Lega visti nelle elezioni provinciali e nelle scelte per le partecipate”. A queste critiche però il sindaco non ha risposto.

In precedenza il consiglio ha approvato la delibera che istituisce una tariffa, un biglietto, per accedere al tempio della Rotonda. Una delibera ritirata due settimane fa dopo le critiche di molti consiglieri. La nuova proposta di delibera prevedeva l’esenzione dal biglietto per residenti e per le funzioni religiose e di culto. E poi, ha spiegato l’assessore Tovo, “la previsione di un biglietto integrato con altri luoghi di visitazione”, inoltre la previsione che le entrate saranno vincolate a capitoli destinati alla manutenzione del Tempio.

La delibera ha ottenuto l’ok della maggioranza e della lista Menon, solo Nello Chendi, capogruppo del Pd, si è astenuto, “sono contrario a far pagare un biglietto per la Rotonda, ma il gruppo ha libertà di voto”. Critico invece Michele Aretusini, della Lega, secondo cui le migliorie annunciate dall’assessore Tovo “in realtà non si vedono”. Il sindaco Gaffeo sul tema ha spiegato che “la tariffazione per la Rotonda rientra in un progetto più ampio che è la Rovigocard per permettere l’accesso in più luoghi culturali con un unico biglietto”. Alla fine la delibera è passata con 20 voti a favore, 4 astensioni e tre contrari (compresa la leghista Sabrina Magon).

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