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l’incontro

La mafia non è finita e “fattura” miliardi di euro

Salvatore Sechi e Leonardo Raito sul tema della criminalità organizzata

La mafia non è finita e “fattura” miliardi di euro

Nella sede del Consiglio di bacino Polesine in via Casalini, venerdì pomeriggio si è tenuto un incontro sul fenomeno mafioso a partire dall’ultimo libro scritto da Salvatore Sechi, storico e consulente antimafia. “La mafia non è finita” è il titolo del volume e dell’evento, patrocinato dal comune di Rovigo e dalla provincia di Rovigo all’interno del progetto, sostenuto dalla Fondazione Cariparo, “Radici del contemporaneo” di Arci Rovigo e con Fondazione Rovigo Cultura.

L’incontro è stato condotto da Leonardo Raito, sindaco di Polesella, saggista e docente di storia contemporanea. Prima dell’inizio dell’intervento, Benedetta Bagatin, assessore alla cultura del comune di Rovigo, ha portato il saluto dell’amministrazione comunale.

“Ho parlato di questi temi in più libri - ha affermato il professore Sechi - semplicemente perché sono un cittadino e in quanto cittadino ho il diritto di rimanere informato. Noi dobbiamo essere consci dell’evoluzione del fenomeno mafioso nonché della sua storia”. La prima riflessione è partita da qualcosa che interessa tutti: quanto è il fatturato della mafia? Una domanda a cui è difficile rispondere. Secondo un recente studio di Banca Italia, si parlerebbe di 50 miliardi di fatturato, ma il magistrato Gian Carlo Caselli ha parlato di cifre che arrivano addirittura a 150 miliardi.

“Come mai - ha continuato Sechi - sappiamo così poco della più potente organizzazione criminale d’Italia in azione da 160 anni? Possiamo parlare di Stato di diritto? Da queste domande dobbiamo partire per comprendere questo fenomeno mafioso”. Come combattere la mafia è l’interrogativo finale dell’incontro che ancora non prevede una risposta certa poiché spesso lo Stato, secondo Sechi, ha dimostrato di trovarsi impreparato o troppo debole davanti alla mafia, ma nemmeno si può rispondere al terrore con il terrore: il carcere duro non sarebbe la soluzione in uno Stato di diritto, data anche la struttura della nostra costituzione. “Dobbiamo smetterla con i pentiti - conclude Sechi - e bisogna investire, comprendere, rispondere a domande che ancora non hanno risposta”.

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