VOCE
LA SENTENZA
07.09.2023 - 17:18
La segnalazione adeguata e la visibilità sono elementi chiave per la validità delle contravvenzioni emesse dagli autovelox in Italia. Una sentenza della Cassazione, pubblicata il 31 agosto, ha ora confermato ulteriormente l'importanza di questi fattori e ha stabilito che la distanza tra l'ultimo cartello di avviso dell'autovelox e l'apparecchio deve essere di almeno un chilometro. La mancata osservanza di questo requisito potrebbe comportare l'annullamento della multa.
La sentenza è emersa da una controversia legale tra l'Unione dei Comuni e un automobilista che aveva ricevuto una multa di 550 euro per eccesso di velocità, con conseguente perdita di punti sulla patente. La questione cruciale del caso riguardava la posizione dei cartelli di avviso degli autovelox e la distanza minima richiesta tra l'ultimo cartello di avviso e il dispositivo di rilevamento elettronico della velocità.
La Corte Suprema ha stabilito che per considerare valida una contravvenzione per eccesso di velocità, è necessario che ci sia una distanza minima di almeno un chilometro tra l'ultimo cartello di avviso e l'autovelox. Questa regola si applica indipendentemente dal fatto che il cartello sia il primo a segnalare la presenza dell'autovelox.
La sentenza enfatizza che "distanza e visibilità" sono due requisiti che devono essere soddisfatti separatamente per garantire la legittimità della rilevazione dell'infrazione. Ciò significa che il cartello dell'autovelox deve essere ben leggibile, privo di graffiti o alterazioni, e deve essere di dimensioni tali da consentirne la lettura. Inoltre, una volta terminato il tratto monitorato dall'autovelox, deve essere presente un ulteriore segnale che indichi la fine del controllo. Il cartello deve anche essere ripetuto dopo ogni intersezione stradale, e l'autovelox non può essere posizionato a meno di un chilometro dal cartello che indica il limite di velocità.
Questa sentenza della Cassazione giunge a confermare quanto stabilito l'anno precedente, quando fu affermato che gli autovelox devono essere visibili. In quel caso, era stato deciso che le multe sono nulle se l'autovelox è nascosto, ad esempio, all'interno di veicoli delle Forze dell'Ordine.
La sentenza del 31 agosto potrebbe aprire la strada a numerosi ricorsi e sollevare ulteriori questioni sulle multe emesse dagli autovelox in Italia. Rafforzando i requisiti di segnalazione e visibilità, la Cassazione ha dimostrato la sua determinazione a garantire che le contravvenzioni siano basate su criteri chiari e trasparenti, contribuendo a rafforzare la fiducia dei cittadini nel sistema di controllo della velocità.
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