VOCE
ECONOMIA
13.12.2024 - 19:33
Sono 140 i polesani che lavorano alla Berco di Copparo, dove l’azienda ha sospeso la procedura per 480 licenziamenti e messo sul piatto 57mila euro (lordi) per l’uscita anticipata di 400 dipendenti. Per aderire alla proposta c’è tempo fino al 16 gennaio prossimo ma, al momento, i lavoratori che hanno accettato l’assegno per firmare il licenziamento sono poco meno di 60: 57 secondo gli ultimi dati disponibili. Un dato molto basso, che fa temere per l’esito dell’operazione: qualora entro il 16 gennaio non si dovesse arrivare alla cifra di 400 fuoriuscite volontarie, infatti, ripartirebbe la procedura di licenziamento.
Perplessi, però, i lavoratori secondo cui i soldi messi sul piatto “sono troppo pochi. Si tratta di 43mila euro netti, l’equivalente di due anni di lavoro - dice un operaio polesano, che sta valutando se aderire o meno alla proposta ma che preferisce, in questa fase rimanere anonimo - il problema è che la maggior parte di noi ha più di 50 anni, e il ricollocamento in altre aziende diventa difficile. Dopo due anni di Naspi, anche con la buonuscita, rischiamo di trovarci non più impiegabili, e sarebbe un dramma per le nostre famiglie. Per questo in molti sono in dubbio se accettare o meno”.
A preoccupare, soprattutto, è la crisi del settore metalmeccanico. “Con tantissime fabbriche in cassa integrazione - dice ancora il lavoratore Berco - come si può pensare che le industrie del settore, nella nostra zona, possano assorbire 400 lavoratori in uscita volontaria? Chi può sta cercando di cambiare completamente settore, ma non è per nulla facile”. E così, in tanti si trovano nel limbo, indecisi se accettare i famosi 43mila euro subito e sperare nel futuro, o restare attaccati alla Berco col rischio, però, che a gennaio ripartano i licenziamenti.
Come detto, sono 140 i polesani che lavorano in Berco. Il Comune con più dipendenti dell’azienda di Copparo è Polesella, con 35, seguono Rovigo con 25 e Occhiobello con 23. Tra i centri maggiori, Adria conta 10 dipendenti Berco.
Ed è proprio Polesella, dunque, a fare da capofila istituzionale per affrontare la questione, sulla nostra sponda del Po. “Considerando le famiglie, possiamo affermare che i problemi della società Berco possano coinvolgere oltre 400 residenti polesani”, dice il sindaco Emanuele Ferrarese. “Sono in costante contatto con i rappresentanti sindacali, che ringrazio, i quali mi aggiornano sulla situazione che anche oggi purtroppo appare tutt’altro che rosea. Auspico che l’allarme licenziamenti rientri e che la trattativa possa trovare un accordo per garantire un futuro a tutti gli interessati anche nell’interesse del nostro territorio polesano”.
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