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“Errori della Resistenza”, ed è polemica

C'è anche chi ha abbandonato la sala

“Errori della Resistenza”, ed è polemica

“La storia della Resistenza è piena di errori”. Polemica, oggi, in municipio, durante la commemorazione della Liberazione. Alle parole sopracitate del giornalista e storico Gian Antonio Stella, le reazioni sono state infatti diverse.

Qualcuno ha anche lasciato la sala (come gli ex consiglieri comunale Franco Ruzzante e Giovanni Nalin) quando ancora l’invitato stava parlando; non meno velate, le facce e le espressioni dissonanti anche di chi sedeva nei seggi riservati al consiglio comunale. Invitato a tenere una lectio magistralis di mezz’ora, dopo i saluti istituzionali, la nota penna del “Corriere della Sera” ha scosso gli animi - forse un po’ addormentati - su una storia di liberazione che parte ben prima del ’43, con i primi omicidi politici perpetrati dai fascisti.

Ma che, prosegue: “Con errori fatti da tutte le parti lungo tutto il ’45”. Ha quindi elencato alcuni casi: l’eccidio di Codevigo (28 aprile-metà giugno 1945) con l’esecuzione sommaria di 136 persone tra civili e ex repubblichini (anche se il numero non è chiaro), da parte di ex partigiani, dalle diverse provenienze, e i militari del gruppo Cremona. Citando i documenti scritti del prevosto di Codevigo, don Umberto Zavattiero, Stella ha aggiunto: “Venivano seppelliti dagli stessi partigiani di qua e di là per i campi, come le zucche”.

Non meno lucido e storico anche l’inquadramento di altre stragi, quella dei fratelli Govoni, dei Cervi (fucilati dai repubblichini a Reggio Emilia) e il caso Matteotti. Stella ha elencato i nomi degli autori fascisti dell’omicidio, tanti sgattaiolati dalla mano della giustizia. “Impossibile parlare del 25 Aprile senza parlare di Matteotti” ha aggiunto quando è stato invitato a “stringere” per poter proseguire con il programma delle celebrazioni fissate in piazza.

“Non sta dicendo che c’era una parte giusta e una sbagliata”, ha detto chi se n’è andato. Insomma, come per qualsiasi avvenimento, lontano o vicino che sia, la storia è molto più complessa di una semplice data, piuttosto un groviglio di contesti persone, storie e scelte; guerre, dopotutto.

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