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CRONACA

Futuri magistrati 15 giorni in carcere

La proposta per una giustizia consapevole

Futuri magistrati 15 giorni in carcere

Un’esperienza diretta della realtà carceraria prima di indossare la toga. È questa l’idea al centro del disegno di legge “Sciascia-Tortora”, ora all’esame della Commissione giustizia della Camera: far trascorrere 15 giorni (e notti) in carcere ai futuri magistrati, subito dopo il concorso, come parte del loro percorso formativo.

Obiettivo: più umanità nella giustizia

L’iniziativa mira a rendere la giustizia più attenta ai diritti della persona. Vivere in prima persona le condizioni dei detenuti – oggi 63mila a fronte di 46.700 posti disponibili, con 34 suicidi solo nel 2025 – significa, secondo i promotori, responsabilizzare i magistrati prima che esercitino poteri così incisivi sulla libertà individuale. «Un’emergenza sociale», ha commentato il presidente Mattarella.

Chi c’è dietro la proposta

Il progetto è stato ideato da più realtà: l’associazione Amici di Leonardo Sciascia, Italia Stato di Diritto, la Fondazione Enzo Tortora e la Società della Ragione. Il testo prevede anche lo studio obbligatorio di diritto penitenziario e di autori come Beccaria, Manzoni, Sciascia e le lettere di Tortora.

Il ministro Carlo Nordio, già nel 2011, si era espresso a favore di un percorso simile, dichiarando che avrebbe voluto rendere obbligatoria la lettura completa delle opere di Sciascia per i magistrati.

Un'idea che parte da lontano

L’intuizione originale risale al 1983, quando Leonardo Sciascia scriveva sul Corriere della Sera che i magistrati avrebbero dovuto passare almeno tre giorni in carcere per comprendere la portata delle loro decisioni. Era l’anno dell’arresto (poi rivelatosi ingiusto) del giornalista Enzo Tortora: un caso simbolo, che mostrò come un errore giudiziario possa colpire chiunque.

Verso una giustizia più consapevole

Vivere anche solo per poco la realtà del carcere può insegnare che una sentenza non è solo un atto tecnico, ma un intervento sulla vita delle persone. Per questo i promotori auspicano che la proposta trovi un consenso trasversale e diventi presto legge.

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