VOCE
Firenze
14.07.2025 - 19:04
In un'aula delle Scuole Pie fiorentine, un giovane studente ha deciso di non sostenere la prova orale dell'esame di maturità, avendo già accumulato un punteggio di 61/100 tra credito e prove scritte. Questo gesto, che ha suscitato un acceso dibattito, è stato motivato da una protesta contro il sistema educativo, ma ha anche sollevato interrogativi sul significato della maturità e del valore del sacrificio.
La commissione esaminatrice, guidata dal presidente, ha risposto con una lettera aperta allo studente, esprimendo il proprio disappunto. "Crescere non significa fare furbate", si legge nella missiva, che invita il giovane a riflettere sul vero significato della maturità. La lettera sottolinea l'importanza di affrontare le sfide e di non accontentarsi del primo risultato utile, evidenziando come il gesto dello studente non rappresenti un comportamento coerente e consapevole.
Le Scuole Pie fiorentine, istituto gestito dai padri Scolopi, sono note per accogliere studenti provenienti da diverse realtà economiche. Leonardo Alessi, presidente dell'ente gestore, ha sottolineato che il gesto dello studente non può essere ridotto a una semplice "furbata" di chi può permettersi una scuola privata. Alessi ha evidenziato come molte scuole paritarie, tra cui le Scuole Pie, accolgano anche ragazzi che non possono permettersi di pagare la retta.
Il caso ha riacceso il dibattito sul sistema educativo italiano. Alessi ha criticato la proposta del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara di rendere obbligatorio lo svolgimento della prova orale pena la bocciatura. Secondo Alessi, è fondamentale ridare alle nuove generazioni il senso del sacrificio e della fatica, valori essenziali per affrontare le sfide della vita. Gli insegnanti, ha aggiunto, devono valutare tenendo conto della verità, della giustizia e dell'attenzione alla persona.
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