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VENETO

Stretta sulla prevenzione dermatologica: è polemica

Nuove disposizioni limitano le visite; rischio diagnosi tardive.

Veneto, stretta sulla prevenzione dermatologica: CoVeSaP chiama i sindaci a intervenire

È davvero il momento di abbassare la guardia sui tumori della pelle? In Veneto il dibattito è aperto, dopo le recenti limitazioni all’accesso alla prevenzione dermatologica disposte dalla Regione e dalle Aziende ULSS. Il Coordinamento Veneto Sanità Pubblica (CoVeSaP) ha avviato una mobilitazione formale, scrivendo ai Presidenti delle Conferenze dei Sindaci e a tutti i primi cittadini del territorio per chiedere di ripristinare i controlli periodici in ambito dermatologico come prestazione garantita dal Servizio sanitario regionale. Le indicazioni attuali rivolte ai Medici di medicina generale restringono la prescrizione delle visite dermatologiche di primo accesso ai soli casi con lesioni sospette. Viene dunque esclusa la visita per finalità preventive in persone con numerosi nei, la cosiddetta “mappatura”. Secondo CoVeSaP, non è stato chiarito nemmeno come gestire i successivi controlli: pur essendo prescritti entro tempi definiti dal medico, nella pratica subiscono spesso ritardi rilevanti, come segnalato dagli sportelli dei Comitati che assistono i cittadini nell’accesso alle cure.


Il Coordinamento avverte che una riduzione dell’accesso ai controlli dermatologici può tradursi in un aumento delle diagnosi tardive: percorsi terapeutici più invasivi per i pazienti e, paradossalmente, costi maggiori per il sistema regionale. La prevenzione oncologica, anche per le malattie della pelle, non può essere trattata come un servizio accessorio, ma dovrebbe rientrare a pieno titolo nei livelli essenziali di assistenza, è la posizione espressa nella comunicazione. Negli ultimi anni le diagnosi di tumori cutanei sono cresciute. In particolare, per il melanoma l’incidenza media stimata è di circa 15 casi ogni 100.000 abitanti. Per CoVeSaP la diagnosi precoce resta lo strumento più efficace per tutelare la salute: intercettare prima una lesione significa trattamenti meno invasivi, prognosi migliori e minore pressione sui servizi.


In quanto autorità sanitaria locale, i sindaci sono chiamati a farsi portavoce presso la Regione Veneto di due richieste chiave: reintrodurre la visita dermatologica periodica come prestazione garantita dal Servizio sanitario regionale per tutte le persone con nei o altre lesioni cutanee; promuovere campagne locali di sensibilizzazione, in collaborazione con ULSS, associazioni di pazienti e dermatologi, per diffondere buone pratiche di prevenzione e l’importanza dei controlli. La nota del Coordinamento è stata inviata ai Presidenti delle Conferenze dei Sindaci e a tutti i sindaci del Veneto. 


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