VOCE
adria
16.09.2025 - 21:00
Sono passati 20 anni, ma non sono che una goccia, nel mare di ricordi, belli e importanti, che Lucio Donà, vigile del fuoco di Adria, elicotterista tra i migliori, in grado di divenire responsabile del reparto volo di Tessera, ha seminato tra quanti lo conoscevano. E tra coloro - non pochi - che ha salvato, spesso con interventi al limite e oltre il limite, mettendosi in gioco senza timori e senza esitazioni.
Un vigile del fuoco figlio di vigile del fuoco: il padre, Giobatta, perse la vita, in servizio, nel 1970 e, oggi, a lui è intitolato il distaccamento di Adria. Anche Lucio se ne è andato anzitempo, il 16 settembre del 2005, esattamente 20 anni fa, quando morì un incidente stradale, mentre tornava da Milano, per motivi di servizio.
20 anni fa, appunto. E, oggi, è stato il momento di ricordarlo, con le parole non solo delle autorità, ma anche di quanti hanno diviso il servizio con lui e hanno assistito alle decine e decine di salvataggi da lui compiute. Viene spesso ricordata la sua abnegazione durante il rogo del teatro La Fenice avvenuto il 26 gennaio 1996, quando, assieme ai colleghi, salvò a furia di sorvoli e lanci d’acqua il simbolo di Venezia. Ma ci sono tanti, tantissimi altri salvataggi compiuti.
Una vita all’insegna del coraggio e del servizio, un coraggio che lo ha portato, appunto, a compiere le azioni più estreme per portare soccorso a chi ne aveva bisogno. Era entrato nel corpo dei vigili del fuoco nel 1976. Ottenne il brevetto di elicotterista alla scuola dell’Aeronautica Militare italiana di Frosinone, e nello stesso anno venne assegnato al reparto volo di Venezia. Nel 2001 divenne Istruttore di Volo e insegnò a “volare” a tanti altri colleghi sparsi in tutta Italia. Nel 2002 assunse l’incarico di Responsabile operativo del nucleo elicotteri di Tessera.
Oltre al ricordo in piazza Garibaldi, alla messa in Cattedrale e alla deposizione di una corona al palazzetto a lui intitolato, meraviglioso il passaggio dell’elicottero dei pompieri su Adria.
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