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Corriere a singhiozzo, rabbia utenti

“Devo rientrare dal lavoro, ma troppe volte le corse del bus spariscono”. Lamentele anche da studenti

Corriere a singhiozzo, rabbia utenti

Con la ripresa delle scuole e delle attività lavorative, molti cittadini della provincia si trovano a fare i conti con un disagio che sta generando malcontento: la soppressione di alcune corse e orari da parte di Bus Italia Rovigo, causata dalla mancanza di personale. Da alcuni giorni diversi tragitti in particolare quelli serali e quelli in fascia scolastica, risultano cancellati o modificati, lasciando gli utenti senza alternative.

Le proteste non si sono fatte attendere, e sui social, nelle fermate e persino negli uffici dell’azienda, si moltiplicano le segnalazioni di disservizi. “Pago 70 euro al mese di abbonamento - racconta un utente - e per lavoro devo spostarmi ogni giorno dal mio paese a un altro della provincia. Ultimamente mi ritrovo a non poter rientrare regolarmente a casa la sera, dopo otto ore di lavoro, perché viene eliminata la corsa di ritorno. Sono costretto a a chiedere passaggi ad amici o parenti. È frustrante, soprattutto perché il servizio lo pago regolarmente”.

Il problema non riguarda solo i lavoratori pendolari, ma anche studenti, anziani e famiglie, che si affidano al trasporto pubblico per i propri spostamenti quotidiani. “Sono andato e negli uffici dell’azienda e in Provincia per protestare, ma le cose non sono cambiate - aggiunge un altro utente esasperato - Ci dicono che manca il personale, ma intanto noi continuiamo a pagare per un servizio che non c’è”.

Il disservizio si somma a una già nota carenza di mezzi, ritardi e scarsa comunicazione, rendendo il trasporto pubblico locale sempre meno affidabile. In alcune zone della provincia, il diritto alla mobilità sembra essere diventato un lusso, e chi non ha un mezzo proprio si trova letteralmente bloccato. Molti utenti chiedono maggiore trasparenza, aggiornamenti tempestivi sugli orari e soprattutto un piano concreto per risolvere la carenza di autisti.

“Non si può pensare che la soluzione sia semplicemente cancellare le corse - commenta un genitore - I ragazzi devono andare a scuola, i lavoratori devono rientrare a casa. Non è accettabile che il trasporto pubblico venga trattato come un servizio secondario”. L’auspicio è che Bus Italia e gli enti competenti, a partire dalla Provincia, intervengano al più presto per garantire un servizio regolare e rispettoso degli abbonamenti pagati dagli utenti.

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