VOCE
il dibattito
07.10.2025 - 21:00
Sindaci in ordine sparso sull’ipotesi nucleare. La proposta del ministro Urso convince, ma non tutti. E (a sorpresa?) la spaccatura non è lungo la consueta dicotomia politica centrodestra-centrosinistra. Anzi: a centrosinistra c’è chi, come il primo cittadino di Pontecchio, apre all’atomo, mentre dall’altra parte della barricata politica c’è chi frena. Ma, sostanzialmente, la maggioranza si esprime con favore all’idea di produrre energia con tecnologia nucleare.
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Partiamo da Porto Tolle, Comune che di centrali ne sa qualcosa. Per il sindaco Roberto Pizzoli nessun dubbio: “Da 40 anni manca un piano nazionale di politiche energetiche che guardi al futuro - dice - un referendum, celebrato in un periodo storico particolare, ha condizionato il pensiero di molti sul nucleare. Ma oggi siamo dipendenti dall’acquisto dell’energia dall’estero e il problema non può essere ignorate. Un nucleare sicuro, di nuova generazione, che dia garanzie precise, può essere sicuramente una soluzione efficace”. Quindi, sul piano locale: “Voglio ricordare - dice - che la riconversione della centrale di Polesine Camerini, a suo tempo, andò a monte proprio perché Enel preferì investire all’estero”. Certo, sottolinea Pizzoli, sarebbe “ormai anacronistico” pensare di ospitare una centrale a Polesine Camerini. Quel sito - dice - “sta gradualmente diventando un polo turistico”.
Ma se la posizione del sindaco di Porto Tolle, esponente leghista, poteva essere attesa, fa più “rumore” la posizione favorevole del sindaco di Pontecchio Simone Ghirotto, civico di centrosinistra. “Ero ragazzino, ma ricordo ancora il disastro di Chernobyl - dice - sono cresciuto con l’idea che l’energia nucleare fosse pericolosa e che dovesse essere evitata a tutti i costi. Tuttavia, man mano che sono cresciuto e ho appreso di più sulla tecnologia nucleare, ho iniziato a vedere le cose in una luce diversa. Oggi, credo che l’energia nucleare possa essere una fonte di energia pulita e sicura se gestita correttamente e con tecnologie avanzate. Paesi a noi vicini stanno già adottando questa fonte di energia e penso che sia importante considerare tutte le opzioni disponibili per ridurre la nostra dipendenza dalle fonti energetiche fossili e mitigare i cambiamenti climatici”. Insomma, alla base anche questioni ambientali: “Non dobbiamo fermarci ai vecchi pregiudizi e alle paure del passato - dice Ghirotto - penso che sia importante essere aperti alle nuove tecnologie e alle nuove idee, e lavorare insieme per creare un futuro più sostenibile e sicuro per tutti”.
Di tutt’altro parere il sindaco di centrosinistra di Porto Viro Mario Mantovan: “Finché non avremo la certezza scientifica che la tecnologia nucleare sia realmente priva di rischi e finché non sarà risolto in modo definitivo il problema delle scorie radioattive, non possiamo nemmeno pensare di aprire una nuova stagione del nucleare in Italia”, la sua linea. Per poi aggiungere: “E’ un dato di fatto che abbiamo ancora scorie in siti provvisori, mai resi stabili o sicuri: non è accettabile produrne di nuove senza aver prima trovato una soluzione concreta per quelle già esistenti. Inoltre, il nostro territorio, come molti in Italia, è esposto a possibili eventi sismici e a rischio idrogeologico, con zone che potrebbero essere soggette ad alluvioni. Ricordiamo tutti cosa accadde a Fukushima - continua il primo cittadino di Porto Viro - anche un Paese tecnologicamente avanzato come il Giappone non ha potuto evitare una catastrofe. Queste nuove centrali di quarta generazione sono davvero state collaudate, testate, omologate con piena garanzia di sicurezza? Fino a quando non avremo risposte chiare e verificabili, il principio di prudenza deve prevalere. Per queste ragioni, mi opporrò con determinazione all’ipotesi di una centrale nucleare sul territorio di Porto Viro nelle e vicinanze. Abbiamo già abbastanza battaglie aperte: non permetteremo che si scarichino altri rischi sulla nostra comunità”.
Tiepida anche la posizione di Luigia Modonesi, sindaco Fi di Fiesso Umberiano: “Gli small modular reactors, piccoli impianti nucleari a servizio delle attività produttive, proposti dal ministro Urso - dice - aprono sicuramente un tavolo di discussione. Ma impianti del genere sono costosissimi, diversi milioni di euro che le industrie non riusciranno a realizzare senza finanziamenti dedicati. Anche sulla questione dei controlli andrà fatta una seria riflessione: chi li effettuerà? Con che cadenza? Spero non si abbozzi la proposta degli autocontrolli interni aziendali. Alcuni studiosi inoltre asseriscono che gli Smr produrranno più scorie radioattive rispetto ad altri tipi di reattori, quindi una riflessione va fatta, in modo approfondito, anche in questo campo per evitare scempi ambientali e problemi alla salute umana di un impatto notevole. Direi che per ora, il problema dei costi ed ancora più l’impatto sull’ambiente e sulla salute pubblica ci devono portare tutti ad una seria e importante riflessione”.
Generalmente favorevole la posizione dei sindaci dell’Alto Polesine. “Non ho alcuna preclusione, sempre che si tratti di tecnologie sicure e non impattanti sull’ambiente - afferma Federico Ragazzi, sindaco di Castelmassa - il costo dell’energia in Italia è arrivato ormai a livelli insostenibili: pertanto servono decisioni urgenti e non più procrastinabili”. Via libera anche per il sindaco di Salara Lucia Ghiotti che mette, però, alcuni paletti. “In linea di massima sono favorevole al nucleare anche perché siamo attorniati da centrali nei Paesi vicini. Bisognerebbe però individuare un posto idoneo per un sito: il Polesine tra fotovoltaici, agrivoltaici e impianti biogas sta ormai diventando la centrale del Veneto”.
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