VOCE
sanità
13.10.2025 - 10:29
Il sindacato Nursind lancia un allarme sulle condizioni di lavoro di infermieri e operatori sociosanitari nel territorio rodigino parlando di “grave disagio” e di “scelte organizzative e gestionali che compromettono i diritti dei lavoratori”.
Secondo il Nursind, “in diversi reparti si registrano criticità ormai croniche. Le infermiere del reparto di pediatria dell’ospedale di Adria, ad esempio, sarebbero state costrette anche quest’anno a sostenere turni di 12 ore per sopperire alla mancanza di personale, senza alcun riconoscimento economico per il disagio. Una situazione che appare ancora più contraddittoria se confrontata con quella di altri reparti, come la cardiologia di Adria o la semintensiva pneumologica di Rovigo, dove, nonostante le richieste del personale, la stessa turnistica viene negata”.
Il sindacato denuncia inoltre “una carenza strutturale di personale infermieristico e Oss che interessa quasi tutti i reparti, con ripercussioni sulla qualità dell’assistenza e sulla vita privata dei lavoratori”. Particolarmente delicata la situazione in sala operatoria a Rovigo, dove, secondo il Nursind, “gli infermieri sono costretti a superare i limiti contrattuali relativi alle giornate di pronta disponibilità”. Il sindacato lamenta che molte delle richieste presentate negli ultimi mesi siano rimaste senza risposta. Tra queste, l’introduzione dei buoni pasto per i dipendenti dei distretti e della casa circondariale, l’accesso ai vassoi pasto per chi lavora nei giorni festivi o oltre sei ore consecutive, e la dotazione di divise stagionali per il personale dell’assistenza domiciliare integrata”.
I rappresentanti territoriali Nicola Franco e Egidio Busatto sottolineano “Da oltre un anno chiediamo soluzioni concrete, ma restiamo inascoltati”. E denunciano anche “gravi criticità nelle strutture sanitarie: a Porto Tolle, il punto sanità è stato chiuso per la presenza di topi, con il conseguente trasferimento del personale a Taglio di Po e disagi per la popolazione del Basso Polesine”. All’ospedale di Rovigo, invece, “il cosiddetto ‘bunker’ per la custodia dei detenuti è stato dichiarato inagibile, costringendo al trasferimento temporaneo di un paziente in un reparto ordinario e causando tensioni tra degenti e personale”. La nota si chiude con un appello alla direzione dell’Ulss 5 e alla Regione “affinché venga riconosciuta la dignità dei lavoratori della sanità polesana: dopo mesi di attese e promesse non mantenute, chiediamo attenzione, rispetto e l’applicazione dei diritti contrattuali”.
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