VOCE
I DATI
01.11.2025 - 14:00
Ferrara – Un rincaro considerato imprevisto e pesante, capace di mettere in seria difficoltà il settore del trasporto merci. L’aumento delle accise sul gasolio previsto dal disegno di legge finanziaria 2026 – 4,05 centesimi al litro già dal 1° gennaio 2026 – scatena la protesta degli autotrasportatori ferraresi, che temono ripercussioni su redditività e occupazione.
«È un aumento importante e inatteso, che rischia di mettere in difficoltà tante imprese», avverte Giorgio Poltronieri, presidente di Cna Fita Ferrara. In un mercato in cui la concorrenza spinge verso il ribasso dei prezzi, spiega, i trasportatori non possono scaricare i maggiori costi sui clienti e si ritrovano così con margini sempre più sottili. «Questo avrà effetti diretti sulla stabilità delle aziende e sui posti di lavoro».
Il provvedimento accelera un percorso già delineato in un decreto del marzo 2025, che puntava a riequilibrare le accise tra gasolio e benzina nell’arco di cinque anni. La manovra 2026, invece, anticipa tutto al prossimo gennaio, trasformando quello che doveva essere un processo graduale in una stangata immediata. A risultare particolarmente penalizzate saranno le imprese con mezzi sotto le 7,5 tonnellate o ancora non conformi agli standard Euro 5 ed Euro 6, escluse da qualunque forma di rimborso parziale.
«Il gasolio per noi è come l’energia per le aziende manifatturiere», ricorda Poltronieri. «Le nostre imprese pagano già accise superiori del 25-30% alla media europea. Come potranno reggere un ulteriore aumento?».
Il mondo dell’autotrasporto chiede ora un ripensamento da parte del governo. «Così si penalizza un settore fondamentale per l’economia nazionale», sottolinea Jessica Morelli, presidente di Cna Ferrara. «L’aumento è eccessivo e improvviso. Ci auguriamo che l’esecutivo ascolti le nostre ragioni e riveda la misura».
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