Cerca

alimentazione

Spopola dieta del chip

Ma la comunità scientifica resta scettica

Spopola dieta del chip

Ideata dal ricercatore svizzero Fulvio Balmelli, la Kyminasi Diet è la nuova frontiera delle diete alternative che sta dividendo esperti e pubblico. La sua peculiarità non risiede tanto nel regime alimentare, descritto come non ipocalorico e basato su cibi naturali, quanto in un piccolo chip metallico da applicare sotto l’ombelico. Questo dispositivo, secondo i promotori, sarebbe in grado di “riprogrammare il metabolismo” attraverso l’emissione di biofrequenze, con la promessa di perdere fino a 50 chili senza contare le calorie né assumere farmaci.

Negli ultimi mesi, il metodo si è trasformato in un vero fenomeno social. Su TikTok e Instagram si moltiplicano video e testimonianze di chi afferma di aver trovato finalmente una soluzione “dolce” al dimagrimento. La Kyminasi Diet, però, si muove in un’area di confine tra scienza e medicina olistica, dove la biotecnologia incontra l’idea di una “riprogrammazione energetica” del corpo umano.

Il piano alimentare è strutturato in fasi di 28 giorni, durante le quali vengono progressivamente eliminati e poi reintrodotti alimenti considerati “infiammatori”, come zuccheri, lieviti, cereali raffinati e alcol. L’obiettivo, spiegano i promotori, non è ridurre le porzioni ma “riattivare il metabolismo” con un approccio sinergico tra dieta e stimolazione biofisica.

Il cuore del metodo resta la medaglietta Kyminasi, un dispositivo di circa due centimetri che andrebbe indossato giorno e notte. Ogni fase prevede una medaglietta “programmata” con diverse microfrequenze elettromagnetiche pensate per armonizzare l’attività cellulare e favorire il consumo dei grassi. Secondo questa visione, le onde invierebbero al corpo “segnali correttivi” capaci di accelerare il metabolismo e migliorare la tolleranza alimentare.

Le promesse sono importanti: dai tre ai cinquanta chili persi, sempre “nel rispetto dei ritmi naturali del corpo” e “senza mai sentire fame”. Ma è proprio su questo terreno che si concentrano le principali critiche del mondo accademico.

A oggi non esistono studi clinici indipendenti né pubblicazioni peer-reviewed che confermino l’efficacia delle biofrequenze nel favorire il dimagrimento. Le uniche evidenze arrivano da report interni ai centri che applicano il metodo, senza sperimentazioni controllate o verifiche esterne. Negli elenchi della Food and Drug Administration (FDA) non figurano dispositivi simili tra quelli approvati per la perdita di peso, e l’agenzia invita a diffidare dei prodotti che promettono risultati rapidi senza prove scientifiche.

Anche la Advertising Standards Authority britannica ha più volte richiamato all’ordine le aziende che pubblicizzano dispositivi basati su biorisonanza senza studi indipendenti a supporto. In Svizzera, dove il metodo è nato, la biorisonanza è ammessa come pratica di medicina complementare, ma non riconosciuta come trattamento efficace per il dimagrimento.

Gli esperti restano cauti: l’idea che onde elettromagnetiche deboli possano “riprogrammare” il metabolismo non trova, al momento, alcuna conferma sperimentale.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400