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Veneto

Baby Gang , Cinque adolescenti tra i 13 e i 16 anni denunciati per rapine a minori

Le testimonianze e le telecamere li inchiodano

Spaccate e rapine,  presa la baby gang di piazza XX Settembre

Baby gang

Cinque giovanissimi, di età compresa tra i 13 e i 16 anni, sono stati denunciati dai carabinieri per una serie di rapine a danno di coetanei nel centro cittadino. Le testimonianze delle vittime e le immagini delle telecamere di videosorveglianza hanno permesso di identificare i presunti colpevoli, gettando luce su un fenomeno preoccupante che coinvolge sempre più giovani.

Il primo episodio risale al pomeriggio del 30 marzo scorso. Sei ragazzi, tra cui tre diciassettenni, stavano camminando in via Pescatori quando sono stati avvicinati da un gruppo numeroso di coetanei. Con il pretesto di un "chiarimento" per una discussione avvenuta in discoteca qualche sera prima, i membri della baby gang hanno minacciato le vittime, costringendole a consegnare denaro, cuffiette AirPods, una cintura, giubbotti e felpe griffate. Nonostante il trauma subito, la denuncia ai carabinieri è stata presentata solo dopo qualche tempo. Un secondo episodio si è verificato il 15 maggio, intorno alle 17:30, in via Lungo Sile Mattei. Un tredicenne, mentre rincasava dopo la scuola, è stato avvicinato da tre ragazzi sconosciuti che lo hanno costretto, con la forza, a seguirli in un'area isolata vicino a via Zara. Qui, sotto minaccia, il giovane è stato obbligato a consegnare le scarpe sportive griffate che indossava. Sotto shock e con una spalla dolorante, la vittima è stata soccorsa da una passante che ha immediatamente avvisato i carabinieri.

I giovani denunciati non sono nuovi alle forze dell'ordine. Già noti per atti di bullismo, danneggiamenti e reati contro il patrimonio, i membri della baby gang hanno operato non solo a Treviso, ma anche nell'hinterland e sul litorale veneziano. Questo solleva una questione cruciale: cosa spinge ragazzi così giovani a intraprendere la strada della criminalità? Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha espresso preoccupazione per il fenomeno, sottolineando l'importanza di una risposta decisa da parte delle istituzioni. "L'attenzione posta da inquirenti e forze dell'ordine a questo fenomeno dei giorni nostri è una risposta necessaria e concreta a chi, anche con tutti i limiti riconoscibili nella giovane età, compie veri e propri reati, soprattutto a danni di inermi coetanei," ha dichiarato Zaia. Ha inoltre ribadito l'importanza di non generalizzare, ricordando che la stragrande maggioranza dei giovani è composta da ragazzi in gamba che meritano il sostegno della società e delle istituzioni.

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