VOCE
Veneto
13.06.2024 - 08:00
Il bilancio di oltre un anno di controllo della Guardia di finanza
La Guardia di Finanza di Padova ha recentemente scoperto una truffa online di proporzioni significative, che ha coinvolto flussi di denaro provenienti da diversi paesi europei, tra cui Spagna, Germania, Lettonia, Lituania e Finlandia. Questa frode, che ha visto il denaro confluire su conti correnti riconducibili a un cittadino italiano residente a Bologna, ha portato a un'indagine approfondita che ha rivelato un sistema noto come "boiler room scam".
Il "boiler room scam" è una frode che si basa su un forte condizionamento psicologico delle vittime, spesso tramite telefonate o messaggi istantanei. In questo caso, i truffatori hanno contattato le vittime con proposte di investimenti finanziari apparentemente allettanti. Le persone truffate, convinte della legittimità delle offerte, hanno eseguito bonifici verso conti bancari italiani ed esteri. Tuttavia, al momento di incassare i presunti guadagni, i promotori sostenevano che la liquidazione era subordinata al pagamento di tasse per lo sblocco e il successivo accredito sul conto corrente. Anche queste richieste di denaro si rivelavano ulteriori truffe.
L'indagine è partita quando la Guardia di Finanza di Padova ha individuato grossi flussi di denaro senza giustificazione, provenienti da diversi paesi europei e confluiti su conti correnti italiani. Gli accertamenti, integrati con l'analisi dei conti correnti, hanno permesso di riscontrare le truffe a danno di cittadini italiani, tra cui alcuni residenti in provincia di Padova. In circa tre mesi, il provento dei versamenti sui conti correnti dell'uomo di Bologna è risultato di circa 50 mila euro, ma le movimentazioni finanziarie disposte dalle persone truffate, anche verso l'estero, ammontano complessivamente ad almeno 450 mila euro.
Il titolare del conto corrente, un cittadino italiano residente a Bologna, agiva come "money mule", ovvero un intermediario che trasferisce denaro per conto di terzi. Dopo aver ricevuto i fondi, li convertiva in criptovaluta e li inviava verso wallet dei presunti truffatori. Per questo motivo, è stato indagato per l'ipotesi di reato di riciclaggio.
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