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Veneto

Caos per lo sciopero dei treni: 80 euro per un taxi sostitutivo

La polemica dei viaggiatori

Sciopero dei treni: caos a Mestre, passeggeri costretti a prendere il taxi per 80 euro

Domenica di passione per chi ha deciso di viaggiare in treno. Lo sciopero indetto dai lavoratori di Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord ha paralizzato il traffico ferroviario, lasciando migliaia di passeggeri in balia degli eventi. A Mestre, la situazione è stata particolarmente critica, con una lunga fila di viaggiatori in attesa di un taxi e costi esorbitanti per raggiungere le destinazioni.

La stazione di Mestre, solitamente un crocevia di viaggiatori, si è trasformata in un luogo di frustrazione e disorientamento. Alle 14.30, una lunga fila di persone si accalcava davanti alla biglietteria di Trenitalia, sperando di ottenere informazioni, cambiare biglietto o chiedere un rimborso. La scena era surreale: sui tabelloni delle partenze, una sfilza di cancellazioni e ritardi, alcuni dei quali superavano gli 80 minuti.


Molti viaggiatori non erano a conoscenza dello sciopero di 24 ore, che sarebbe terminato solo alle 2 del 17 giugno. Non solo studenti, ma anche gruppi di amici e famiglie hanno visto i loro piani andare in fumo.  La mancanza di informazioni preventive ha lasciato molti viaggiatori senza alternative, costringendoli a soluzioni di emergenza spesso poco pratiche e costose.

Con i treni fermi, l'unica opzione per molti è stata quella di prendere un taxi. Ma anche qui, le difficoltà non sono mancate. In circolazione c'erano circa cento vetture, tra 75 tassisti in turno diurno, venti notturni e qualcuno richiamato dal riposo. Un numero insufficiente per fronteggiare l'emergenza. Il risultato? Lunghe attese e costi elevati. Una corsa da Mestre a Padova, ad esempio, poteva arrivare a costare 80 euro, una cifra che ha fatto storcere il naso a molti.

Lo sciopero è stato indetto da Uiltrasporti e Orsa, due delle principali organizzazioni sindacali del settore. Le ragioni dell'agitazione sono molteplici, ma al centro delle rivendicazioni ci sono le condizioni di lavoro e la sicurezza dei dipendenti. Tuttavia, come spesso accade in questi casi, a pagare il prezzo più alto sono stati i viaggiatori, colti di sorpresa e costretti a fare i conti con disagi e spese impreviste.

Alle due di notte, con la fine dello sciopero, la situazione avrebbe dovuto lentamente tornare alla normalità. Ma per molti, il danno era ormai fatto.  

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