VOCE
Veneto
22.07.2024 - 16:00
Guardia di Finanza
La recente operazione della Guardia di Finanza di Treviso ha portato alla luce una frode di proporzioni significative nel mercato del lavoro. Sei imprenditori sono stati denunciati per aver orchestrato un sistema di falsi contratti d'appalto, per un valore complessivo di 8 milioni di euro, utilizzati per mascherare illecite esternalizzazioni di lavoratori. Le attività coinvolte spaziano dal rifornimento degli scaffali nei supermercati alle operazioni di carico-scarico e imballaggio di mobili presso produttori e rivenditori.
L'indagine, avviata a seguito di una verifica fiscale nei confronti di una cooperativa trevigiana, ha permesso di ricostruire una complessa "filiera della manodopera". La cooperativa, con un fatturato medio annuo di 4 milioni di euro, forniva circa un centinaio di lavoratori a cinque aziende committenti dislocate tra le province di Treviso, Venezia e Padova. Grazie all'esame di documentazione informatica e alle testimonianze dei lavoratori, è emerso che i rapporti di lavoro erano privi degli elementi che caratterizzano la liceità dell’appalto, come il rischio d’impresa e l’organizzazione autonoma di mezzi e risorse.
L'analisi dei fogli presenze e dei messaggi di posta elettronica tra la società appaltatrice e i committenti ha rivelato l'assenza del rischio d’impresa. Il corrispettivo dei contratti era commisurato esclusivamente al costo orario dei lavoratori somministrati, senza alcun legame a obiettivi di risultato. Inoltre, la cooperativa non esercitava alcun potere direttivo o organizzativo, lasciando la gestione e il controllo dei lavoratori ai committenti. Questo ha portato alla conclusione che le fatture emesse dalla cooperativa erano giuridicamente inesistenti, con conseguente recupero dell'IVA indebitamente detratta dalle società committenti.
Sul piano legale, sei imprenditori sono stati segnalati alla procura per il reato di "somministrazione fraudolenta di manovalanza", e uno di loro anche per emissione di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti. Sul piano amministrativo, sono state irrogate sanzioni per un totale di 350mila euro. Questa operazione mette in luce non solo la portata della frode, ma anche l'importanza di un controllo rigoroso e costante nel settore delle risorse umane e delle politiche di impiego.
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