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Il "caso Osti" crea imbarazzo a Palazzo Tassoni

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Per mesi l’assessore della giunta Barbujani ha tenuto tutti all’oscuro. I colleghi dell'amministrazione imbarazzati.
Forte imbarazzo ieri a Palazzo Tassoni dopo la notizia resa nota da “La Voce di Rovigo” sull’avviso di garanzia all’assessore Patrizia Osti per un presunto abuso d’ufficio nell’assegnazione della gestione e realizzazione del progetto “Adria borgo autentico nella terra dei grandi fiumi” affidato all’associazione “Borghi autentici d’Italia”.



l magistrato vuole vederci chiaro e capire perché sia stato fatto l’affidamento diretto e non un regolare bando d’appalto.



Sulla vicenda il sindaco risponde con un secco “No comment”. Soltanto qualche parola dal vicesindaco Federico Simoni che esprime piena fiducia nell’operato dell’assessore ma non le risparmia una stoccata.

Apprendo dalla stampa di questa indagine, nei prossimi giorni ci parleremo per capire meglio di che cosa si tratti”, esordisce l’assessore facendo osservare alla Osti che da tempo ha tenuto tutti all’oscuro.



La notifica dell’avviso di garanzia, infatti, risalirebbe a circa tre mesi fa, ma la giunta non è mai stata informata: non è un atto dovuto, ma un gesto di rispetto verso i colleghi.



Tuttavia Simoni si dice “fiducioso per l’operato e l’impegno profuso da Patrizia, quindi c’è totale tranquillità e nessun dubbio su quanto fatto”.




In attesa degli sviluppi dell'indagine, il progetto Borghi è una grossa palla la piede con due contenziosi aperti: 28mila euro con la Bai e oltre 100mila euro in ballo con Avepa. Ma si cerca di fare buon viso a cattiva sorte.



Il servizio sulla Voce di Rovigo di domani, 28 maggio
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