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San Rocco, sagra senza tempo a Valliera

Adria

San Rocco, sagra senza tempo a Valliera. Allo stand gastronomico specialità culinarie, mentre si incontrano storie di ieri e oggi.
La sagra di San Rocco è da sempre qualcosa di speciale.



Parafrasando George Orwell, viene da dire che le fiere paesane sono sostanzialmente tutte uguali, ma quella di Valliera è più uguale delle altre. Passano gli anni e i decenni, ma anche i secoli visto che la devozione popolare al santo di Montpellier risale alla fine del 1300. Si evolvono le tradizioni; mutano i costumi e le abitudini, ma parlando con la gente di Valliera e dintorni, ieri come oggi, “San Rocco è sempre San Rocco”.



Così pure cambiano i parroci, ma alla processione del 16 agosto, ricorrenza della festa del patrono, partecipa quasi sempre il vescovo, a rimarcare, forse inconsciamente, che questo patrono è un po’ più patrono degli altri.
Senza dimenticare, o peggio sottovalutare, la grande valenza spirituale e solidaristica del santo il cui esempio di carità è senza dubbio uno dei pilastri morali della chiesa.



Caso unico tra le feste patronali è il “saso”: un cordoncino di cotone che ogni anno viene benedetto e i fedeli lo portano con sé come segno di richiesta quotidiana di protezione. Secondo la tradizione, il “saso” rappresenta un filo del mantello del santo e in questo modo si vuole rappresentare lo stretto legame spirituale e affettivo con San Rocco.



E’ buon uso che i “sasi” siano benedetti e ritirati soltanto il 16 agosto: infatti in questo giorno la chiesa resta aperta fino a notte inoltrata, per consentire a ogni fedele di ritirare il proprio “saso”.



Fino a qualche decennio fa, la sagra di San Rocco segnava la fine delle vacanze per i cosiddetti “gostaroi”, ossia quegli emigrati di Valliera e dintorni che avevano lasciato il paese d’origine per trasferirsi nelle grandi città industriali di Lombardia e Piemonte, senza dimenticare chi è andato in Francia e in Germania. Ogni anno si univano alla famiglia d’origine e quasi sempre il giorno dopo San Rocco si doveva ripartire.



I tempi sono cambiati ma il legame con Valliera è rimasto. Emblematico il caso di Floriana: da ragazza era impegnata nell’organizzazione della fiera, quando si è sposata è andata ad abitare fuori paese, adesso riporta “a casa” la figlia Beatrice che fa parte dello staff dello stand, mentre lei si gusta le specialità della cucina con l’altra figlia più piccola Irene.



Ai tavoli dello stand si trovano anche gli artisti Marco Zuin, Filippo Borille e Gaetano Ruocco Guadagno con la team manager Silvia Burattin, prima di salire sul palco il gruppo si è lasciato “corrompere” dal profumo che arrivava dalle cucine.



Qualche tavolo più in là ci sono Cristina e Consuelo arrivate nella frazione alle porte di Adria per seguire lo spettacolo “Marco&Pippo: l’unico duo che sembra un trio” ma sono giunte con debito anticipo per fare una sosta allo stand. Da Porto Viro arrivano ogni sera anche Annalisa e Susy con la bancarella di oggettistica artigianale in alluminio e ottone, ma prima di mettersi a disposizione dei clienti si fanno clienti per gustare le prelibatezze preparate dal team di volontari di Valliera 2000. Questa è l’associazione che da quanto è sorta, 17 anni fa come evidenzia il nome, si cura dell’organizzazione della fiera in collaborazione con la parrocchia e con il patrocinio dell’amministrazione comunale.



A completamento della fiera anche la pesca di beneficenza il cui ricavato sarà devoluto alle attività parrocchiali; quindi, uno spazio per i giochi e l’animazione dei più piccoli per arrivare al parco arena dove ogni sera si susseguono spettacoli di successo: dalla commedia, al cabaret, dalle cover band alle grandi orchestre del liscio. Davanti al palco la grande pista in acciaio per il ballo dove si incontrano coppie di ieri, di oggi e qualcuna di domani. Questa sera sarà la volta di Marilisa Maniero e la sua orchestra per un sabato di festa da vivere alla grande, aspettando San Rocco.



Il servizio sulla Voce del 5 agosto
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