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Carte false, funzionario a processo

Adria

100085

L'ex sede municipale di Adria, in piazza Garibaldi

Adria, carte false: funzionario a processo. Rinvio a giudizio per Giuliano Martini, ex responsabile dello sportello edilizia privata.
E’ finito nei guai per un intervento di ristrutturazione “anomalo” Giuliano Martini, funzionario del comune di Adria. Per il 61enne, che all’epoca dei fatti era il responsabile dello sportello unico di edilizia privata della città etrusca il rinvio a giudizio è arrivato ieri mattina, con l’accusa di violazione del testo unico in materia di edilizia e di falsità ideologica commessa in atti pubblici.



Accuse di cui dovrà rispondere anche Gabriele Pozzato, 59 anni, legale rappresentante della società “La Torre srl” di Adria, che si è occupata del recupero dell’ex sede municipale di piazza Garibaldi, trasformandolo un un complesso in parte adibito a uffici e attività commerciali, in parte ad abitazioni.



Secondo la pubblica accusa l’intervento non avrebbe rispettato le autorizzazioni rilasciate dal comune: alcune opere non sarebbero state, infatti, in linea con il progetto presentato, mentre in altri casi sarebbe mancato addirittura il permesso di costruire. Rampe di scale non indicate nel progetto, locali di altezza inferiore a quanto stabilito dal regolamento edilizio comunale, stanze che, carte alla mano dovevano essere disposte in un certo modo e che invece erano state realizzate diversamente. I vari interventi, inoltre, avrebbero modificato la volumetria complessiva dello stabile. E se la prima accusa mossa a Martini è quella di violazione delle norme in materia edilizia, in concorso con Pozzato, la seconda ruota attorno, invece, al problema dei volumi e riguarda il solo Martini, a cui viene contestato il reato di falsità ideologica in atto pubblico.



Il funzionario, infatti, avrebbe attestato che la ditta “La Torre” nel 2011 aveva presentato una denuncia di inizio attività per lavori che non avrebbero inciso sui volumi dell’edificio. Invece, meno di un anno prima la ditta avrebbe fornito una denuncia di inizio attività che prevedeva una modifica dei volumi. Non solo: i due imputati avrebbero indotto in errore il dirigente del settore lavori pubblici e del servizio urbanistica, certificando che i lavori erano stati eseguiti in conformità al progetto approvato per ottenere l’agibilità - concessa a giugno del 2013 - dei locali da mettere in vendita. Accuse di cui i due imputati dovranno difendersi di fronte al collegio del Tribunale di Rovigo, a partire dalla prossima udienza, fissata per il 15 marzo del 2018. Le difese, affidate a Sandra Passadore per il funzionario e a Valerio Migliorini per il legale rappresentante della ditta, sono convinte che l’impianto accusatorio non reggerà il vaglio del dibattimento, grazie a una perizia volumetrica.



Nel caso di Martini, una delle accuse - quella di abuso d’ufficio - è già caduta durante la fase preliminare. Al funzionario veniva contestato, infatti, anche il fatto di aver procurato un ingiusto vantaggio economico alla ditta, di cui la moglie deteneva il 25% delle quote. Venuta meno questa accusa, Martini si concentrerà sulle altre, avendo finalmente la possibilità di difendere la propria posizione, dopo più di tre anni di “limbo” in cui, a detta del suo avvocato, è come se avesse scontato la pena prima ancora di essere giudicato.




Il servizio completo sulla "Voce" di mercoledì 8 novembre.
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