Truffa e falso: Giovanni Vianello indagato per la sopravvalutazione degli ex Molini Adriesi, grazie alla quale la Immobiliare San Pietro di cui era socio aveva ottenuto un prestito proprio da Bancadria.
Truffa, falso e ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. Sono queste le ipotesi di reato oggetto di un’indagine che vede iscritto nel registro degli indagati il presidente di Bancadria Giovanni Vianello e un perito geometra.
Al centro dell’indagine c’è l’immobiliare San Pietro, la società creata ad hoc nel 2007 per il recupero degli ex Molini Adriesi e dichiarata fallita lo scorso 24 luglio dal Tribunale di Rovigo.
L’immobiliare aveva acquisito il complesso degli ex Molini adriesi con un prestito di Bancadria, il cui presidente, Giovanni Vianello era fra i soci fondatori della stessa società San Pietro.
L’inchiesta era stata avviata dalla procura, con la collaborazione della Guardia di Finanza, per un supposto conflitto d’interessi... Ma sotto quel punto di vista pare che i dubbi degli investigatori siano stati dipanati.
Tuttavia, dall’analisi dei fascicoli successivi al fallimento, è emerso un altro problema che pone il presidente di Bancadria in grosse difficoltà, con ipotesi di reato gravi: truffa, falso (reato per il quale è nei guai anche il perito geometra) e ostacolo alla vigilanza della Banca d’Italia (articolo 2638 del codice civile).
Pare, dalla ricostruzione agli atti in Procura, che l’immobile, ovvero gli ex Molini adriesi, sia stato sopravvalutato con una perizia giurata, allo scopo di ottenere un maggiore finanziamento...
E proprio sui finanziamenti concessi all’Immobiliare San Pietro erano stati acquisiti, appunto, documenti da parte della Guardia di finanza. E la procura della Repubblica, nella persona del sostituto procuratore Sabrina Duò, pare voglia andare a fondo sulla questione. Da qui le iscrizioni nel registro degli indagati. Sentita, il pm non conferma e non smentisce.
L’immobiliare aveva dunque acquisito il complesso degli ex Molini con un prestito di Bancadria. Il presidente di Bancadria, Giovanni Vianello, nel 2015 aveva poi ceduto le proprie quote, alcuni mesi prima che il credito venisse messo a sofferenza dalla banca. Cedute tra l’altro per un euro (sì, proprio a un euro!) a Guido Raule, che a sua volta nell’aprile di quest’anno è entrato a far parte del cda di Bancadria.
Fra i creditori dell'Immobiliare il più esposto risulta proprio Bancadria, che vanta un credito di 1,4 milioni di euro della durata di un anno e sette mesi a partire dal novembre 2013, tacitamente rinnovabile per un altro anno e fino alla scadenza del novembre 2018. Un finanziamento che era garantito con la proprietà dell’opificio ex Ciabatta Italia di via Ca’ Cima, che secondo le perizie fatte all’epoca della concessione del prestito, era stato valutato 2,8 milioni di euro...
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