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Furti su ordinazione, dalla Romania al Polesine e ritorno

L'operazione

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Le indagini dei carabinieri hanno permesso di sgominare la banda terrore dei casolari isolati. Refurtiva da centinaia di migliaia di euro, sottratta in Polesine e nelle province vicine.
Facevano la "spesa" in Italia i quattro predoni rumeni fermati dai carabinieri la mattina del 4 dicembre al termine di un'indagine iniziata a maggio di quest'anno e che negli ultimi giorni si era svolta a ritmi molto serrati.



Fino al blitz all'interno dell'appartamento del cosiddetto Grattacielo di Adria, dove la banda aveva la propria base operativa. I malviventi, di età compresa tra i 36 e i 45 anni alternavano settimane in cui si dedicavano alle razzie a settimane in cui rientravano nel loro paese d'origine, la Romania, per rivendere la refurtiva. E i colpi erano "su ordinazione": tagliaerba, decespugliatori e attrezzi agricoli di ogni genere che poi smerciavano ai connazionali intascando cifre considerevoli. Soltanto nelle due-tre notti precedenti al fermo di polizia avevano racimolato refurtiva per un valore di 45-50mila euro.



I bersagli delle loro scorribande notturne erano casolari isolati nelle campagne polesane, anche se non si facevano problemi a colpire anche nelle vicine province di Padova e Ferrara. Il basista residente ad Adria ospitava aveva il compito di ospitare i complici nel periodo delle razzie, accompagnandoli nei casolari da svaligiare alla guida del furgone Fiat Scudo su cui poi sarebbe stata stipato il bottino. E' stato proprio questo mezzo, rubato, a dare il nome all'operazione "Shield", che in inglese significa appunto scudo.



Ma i predoni si servivano anche si altre auto, tutte rubate e a cui all'occorrenza cambiavano le targhe. Uno di questi mezzi è stato trovato la mattina del blitz, quando i carabinieri, dopo un lungo appostamento hanno fermato i quattro rumeni con le accuse di furto, ricettazione e associazione a delinquere. Fermi che il gip Pietro Mondaini ha convalidato parzialmente, soltanto per i primi due reati contestati. Ma i militari sono fiduciosi di riuscire a dimostrare anche quello di associazione a delinquere. Adesso i quattro sono dietro le sbarre, in attesa del processo a loro carico.



L'indagine, che ha visto la collaborazione anche delle forze dell'ordine rumene per rintracciare la refurtiva rubata, era partita dalle denunce di alcuni agricoltori di Ariano e Corbola che avevano visto sparire dai loro casolari attrezzi agricoli, parte dei quali è stata poi trovata nei tre depositi che la banda si era creata nelle campagne. Tre casolari abbandonati in cui i predoni lasciavano la merce in attesa di trasferirla in Romania.

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