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Inchiesta Coimpo, il lungo elenco degli indagati

Il caso

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La Coimpo vista dall'alto

Dai dipendenti di Coimpo e Agribiofert agli autotrasportatori, dai proprietari dei fondi agricoli ai tecnici di laboratorio: un lunghissimo elenco.
E' la grande quantità di indagati, coinvolti a vario titolo nell’inchiesta Coimpo, che ha colpito l’attenzione dei più, segno che il “giro” attorno all'azienda - se verrà dimostrata la sussistenza delle accuse nelle fasi successive delle indagini e in quella processuale - era molto ampio.



Indagato, va detto a scanso di equivoco, non significa colpevole di nulla. Si tratta infatti, come dice il termine, di una garanzia in più per difendersi che viene data a chi viene coinvolto nelle indagini.



Dei sei arrestati si è detto. Sono i vertici di Coimpo e Agrobiofert, Mauro Luise e Gianni Pagnin (entrambi in carcere), Rossano Stocco, Alessia Pagnin, Glenda Luise e Mario Crepaldi (ai domiciliari).



Poi c’è il lungo elenco degli indagati. Ci sono i dipendenti delle due società: Daniele Bellettato e Francesco Crepaldi (dipendenti di Coimpo) e Michele Fiore (dipendente di Agribiofert).

E ci sono i trasportatori (Gianfranco Tescaro, Giulio Bisco, Claudio Masiero, Paolo Rampado, Renzo Smaniotto, Massimiliano Nazzari, Tania Paolin, Andrea Bondesan, Renzo Saccon, Mario Saccon, Giuseppe Bernardi, Alessandro Bernardi, Elio Bernardi, Gabriele Bernardi, Claudio Riva, Silvano Corò, Luciano Corò).



Ci sono pure i tecnici di laboratorio, come Andrea Gattolin, che, secondo le indagini, “redigeva relazioni periodiche prive di riferimenti alle irregolarità...”, o Jonathan Sozzi, Giorgio Sichel, Carlo Gioachin, Fabio Cella, Tiziano Bonato.

Nell’elenco anche amministratori di società toscane che operano nel ramo dello smaltimento dei rifiuti come Alessandro Salutini e i suoi dipendenti Felicino Del Carlo e Andrea Casella.

Ci sono infinei proprietari dei terreni sottoposti a sequestro dai carabinieri forestali: Marco Giuriolo, Luigi Marchetti, Gianni Paccagnella e Manuele Marchetti, proprietari terrieri, secondo il gip, “invogliati dal canone richiesto, piuttosto elevato, fuori mercato, oppure dal risparmio ottenuto sulle spese di concimazione, in quanto il materiale veniva ceduto a titolo gratuito e distribuito a spese del produttore.
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