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L'altra bugia di Barnaba Busatto, l'Ordine non ha ancora deciso

Il caso

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Barnaba Busatto

Il presidente dell'Ordine degli avvocati di Rovigo, Giampietro Berti, spiega come tutti i documenti sul caso Busatto siano all'organismo disciplinare veneto dell'ordine, che ancora non ha deciso.
“Il nostro ordine provinciale non ha alcun potere disciplinare, tutta la documentazione raccolta è al vaglio dell’organismo distrettuale per il Veneto, a Venezia. E non ha ancora deciso”.



Il presidente dell’Ordine degli avvocati della provincia di Rovigo, Giampietro Berti, spiega come, riguardo alla violazione disciplinare contestata dal presidente del tribunale di Rovigo a Barnaba Busatto, niente sia stato deciso.



“Quando arriva una qualsivoglia segnalazione informiamo l’interessato e, successivamente, mandiamo tutto all’organismo disciplinare regionale a Venezia - ribadisce Berti - successivamente veniamo informati se il procedimento venga archiviato oppure se venga scolta un istruttoria con relativo provvedimento disciplinare. Non sappiamo niente né prima e nemmeno durante, ma solo quando l’organismo è arrivato a una conclusione. E finora non è arrivata”.



Per quanto sia stata accorata, infatti, la difesa che Barnaba Busatto, avvocato adriese, esponente di Forza Italia e consigliere comunale, abbia inscenato, per quanto abbia ricordato come i due giudici con i quali ha svolto il tirocinio lo abbiano, diciamo, promosso a pieni voti, il giudizio dell’Ordine degli avvocati - o meglio del suo organismo disciplinare regionale - è ancora in corso.



La difesa di Busatto si è basata sul fatto che la relazione dei giudici tirocinanti è stata positiva. Su questo, peraltro, non è chiaro cosa ne pensi il presidente del Tribunale di Rovigo. Quel che è certo, però, è che l’Ordine degli Avvocati ancora non ha deciso se Busatto si sia comportato in modo corretto o meno.



Intanto da Forza Italia arriva la strigliata a Busatto da parte del segretario provinciale Piergiorgio Cortelazzo. “Decida se vuole stare in Forza Italia e si comporti di coerenza”. Insomma, un modo elegante per metterlo alla porta, se non dovesse più sostenere Barbujani.



Il servizio in edicola nella Voce di lunedì 8 dicembre
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