VOCE
L'incontro
17.11.2018 - 21:02
“Non voglio essere visto come un eroe, ma come una persona normale”. Con queste parole Andrea Franzoso si è presentato al teatro Ferrini, completamente gremito ieri pomeriggio, per vedere, incontrare e ascoltare il “disobbediente” più noto d’Italia. Si è trattato del primo incontro pubblico dopo la nomina, avvenuta l’altra mattina, dello stesso Franzoso nel cda di Trenord, quella stessa azienda dove lavorava e contro i quali vertici ha lottato nel denunciare cattiva amministrazione e ruberie incontrollate. “Rivedermi in azienda - ha affermato rispondendo a una domanda del pubblico - non è un problema mio, semmai per gli altri per i quali provo tanta tristezza”.
Grazie al coraggio e alla determinazione di Franzoso si è arrivati all’approvazione della legge a tutela dei cosiddetti whistleblower che tutela chi denuncia reati di diverso tipo all’interno della propria azienda. “Curiosamente - ha ricordato Franzoso - la legge è stata firmata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 30 novembre 2017 giorno di Sant’Andrea, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 13 dicembre Santa Lucia simbolo della luce ed entrata in vigore il 29 dicembre ricorrenza di San Thomas Becket martire dell’arroganza del potere”.
Franzoso ha parlato per oltre due ore raccontando la vicenda che lo ha visto protagonista ma andando oltre per spiegare il significato profondo del suo comportamento per il quale è diventato “l’eroe che non voglio essere”. Così ha ricordato che non ha mai rilasciato interviste perché “non è mai stato mio interesse strumentalizzare la vicenda, non ho mai avuto secondo fini come la popolarità, anche in occasione delle ultime elezioni politiche ho avuto diverse proposte pressanti di candidatura, ma ho rifiutato perché inevitabilmente si sarebbe detto che avevo cercato visibilità per conquistare un posto. Il mio obiettivo – ha rimarcato il 41enne cavarzerano – è sempre stato la giustizia, il rispetto delle regole, la ricerca della verità”. Per arrivare a dire: “Bisogna essere prima di tutto credibili in quello che si dice e che si fa”. Ed ha aggiunto: “Posso dire che non ho nessun rimpianto del seggio parlamentare, al contrario trovo tantissima gioia nell’incontrare studenti di tutte le età in giro per l’Italia. Ieri, una bambina di sette anni mi ha detto: ‘Bravo, vai avanti così’. Un’altra conosciuta al mattino a scuola, alla sera è venuta in libreria alla presentazione del libro, si è avvicinata e mi ha detto: ‘Guarda, voglio presentarti mia mamma e mio fratello’. Queste emozioni non hanno prezzo e valgono tutte le sofferenze, i rischi e le amarezze che si sopportano nelle scelte difficili”.
Numerosi, calorosi e prolungati gli applausi che hanno accompagnato la testimonianza di Andrea, così pure un lunghissimo applauso ha salutato la poesia-canzone “Disobbediente” di Alessandro Tessarin, compagno di classe allo scientifico, con uno stile e timbro di voce da far ricordare il grande Fabrizio De Andrè. Negli anni del liceo Andrea si trovò come rappresentante di istituto Omar Barbierato, ora sindaco di Adria che nel suo saluto ha ricordato che “quello che stai facendo dovrebbe essere qualcosa di normale, purtroppo entra nell’eccezionalità. Mi fa piacere che tu possa portare la tua esperienza tra i ragazzi perché hanno bisogno di esempi e loro capiscono subito”.
Nell’aprire i lavori il responsabile diocesano della pastorale sociale e del lavoro monsignor Giulio Bernardinello, anticipando il valore morale dell’esempio di Franzoso, ha sottolineato che “il lavoro deve essere un elemento gratificante per se stessi e per chi ci sta intorno e deve costruire cittadinanza e relazioni fondate su verità e responsabilità”. Presente in sala anche l’arciprete della Cattedrale monsignor Antonio Donà, insieme a Luigi Ennio presidente locale dell’Azione cattolica e Matteo Barion presidente diocesano del Movimento lavoratori di Ac. Ultima nota: i libri portati da Apogeo sono risultati insufficienti, tra qualche giorno ne arriveranno altri e Andrea Franzoso ha preso l’impegno di passare in libreria per l’autografo. Un grande anche nelle piccole cose.
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