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Pensioni, tesoretto di 70mila euro

Lo Spi-Cgil spiega quanto è stato recuperato in un anno dalle verifiche, con tanto di arretrati dove spettanti. Risultati non conformi nel 10% degli assegni verificati, ma è necessario fare richiesta.

Pensioni, tesoretto di 70mila euro

Un tesoretto sulle pensioni di ben 70mila euro: è il risultato ottenuto della Lega adriese dello Spi-Cgil, in collaborazione con il patronato Inca, che ha portato i pensionati a recuperare un cifra a dir poco impressionante.

Negli ultimi 12 mesi gli uffici di via Arzeron hanno passato al vaglio 450 pensioni con importo fino a mille euro e ben 64 sono risultate non conformi, quindi con diritti non riconosciuti e così sono state avviate le pratiche per il riconoscimento di tali diritti e in alcuni casi, dove consentito, per il recupero degli arretrati fino ma cinque anni indietro.

Così scorrendo la lista dei recuperi accanto a piccole cifre, si trovano importi di qualche migliaio di euro, addirittura oltre 10mila euro per un papà di Taglio di Po per il figlio inabile. Il lavoro di un anno è stato presentato ieri pomeriggio dal segretario della lega Mario Fregnan, insieme a Giuseppe Franchi, Gino Tosi e Anna Paola Ballarin.

“Fanno scalpore le grosse cifre - puntualizza Mario Fregnan - tuttavia anche 60 euro per una pensione di 600, significa recuperare il 10% e non è poca cosa”.

Nonostante questi risultati positivi, lo Spi-Cgil lancia un allarme. “Purtroppo - osserva Tosi - la stragrande maggioranza dei pensionati non sa di aver diritto a certi riconoscimenti, dall’assegno familiare a quello di reversibilità, dall’assegno di inabilità alla 14ª, dall’integrazione al minimo all’importo aggiuntivo e altri diritti che abbiamo chiamato inespressi perché non scattano automaticamente. Per vedere riconosciuti questi diritti è necessario presentare domanda all’Inps”. Incalza Franchi: “Bastano mediamente 20 minuti per una verifica della pensione nei nostri uffici per vedersi riconosciuto un diritto, credo ne valga la pena. La media nazionale ci dice che il 10% delle pensioni verificate risultano non conformi, nella nostra provincia siamo al 14% perché siamo un territorio con una percentuale più alta di pensioni minime”.

Aggiunge Fregnan: “E’ una gratificazione professionale per i nostri uffici e una soddisfazione personale per gli interessati aver recuperato quanto dovuto, tuttavia per una zona come la nostra 70mila euro rappresentano un dato non indifferente per l’economia del territorio”. Lo Spi-Cgil adriese copre i copre di Adria, Papozze e Pettorazza.

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